Il giorno «ammazza-notizie»

Gli «azzurrini» campioni d'Europa Casa Bianca, le decisioni scomode annunciate sempre il venerdì alle 16 RENDERE pubblica una buona notizia è un gioco da ragazzi, lo sanno fare tutti. E' quando non si può nascondere una notizia «cattiva», cioè scomoda, che occorre avere una tecnica raffinata. Alla Casa Bianca lo sanno e, secondo quanto hanno confessato al «Washington Post», tutti in una volta, numerosi portavoce di presidenti, l'individuazione di un «triangolo delle Bermuda delle cattive notizie», risale a parecchi decenni fa. Hai nominato un giudice, hai scoperto che ha uno scheletro in un armadio e devi annunciare il ritiro della candidatura? Sei costretto a mettere il veto su una legge popolare? Devi imprimere una svolta drammatica a una tua precedente posizione di politi- Il giorno «ammazza-notizie» ca estera? Bene: il modo per limitare i danni è dare la notizia di venerdì e sempre dopo le 4 del pomeriggio. Funziona. E' noto che durante il fine settimana la gente presta meno attenzione alle notizie, assorbita da lavoretti rimandati, dalla partita a pallone dei figli o da qualche bella dormita. Il pubblico che segue i notiziari televisivi si dimezza il sabato, così come quasi sempre le Camere sono chiuse per il fine settimana, con i parlamentari in giro per barbecue elettorali. Moltissime brutte notizie date di venerdì non arrivano vive al lunedì. Qualche esempio? La scorsa settimana i coniugi Clinton hanno ammesso di aver dovuto pagare un'altra penale di 5 milioni per tasse evase, riguardanti la solita speculazione Whitewater. Notizia data venerdì alle 17 e morta entro la giornata di sabato. Clinton annunciò la fine della discriminazione contro i «gay» nell'esercito di venerdì, lo stesso giorno in cui annunciò la marcia indietro qualche settimana più tardi. I venerdì di George Bush venivano chiamati «i giorni dei veti invisibili». Il suo portavoce, Marlin Fitzwater, chiamava questa la tecnica dello «schivare il proiettile». L'espressione «triangolo delle Bermuda» è stata invece inventata da David Gergen, ex-capo delle comunicazioni di Clinton, che aveva già affinato questa tecnica quando era consigliere di Ronald Reagan. Gli unici a non rendersi conto di questa circonvenzione ai loro danni sembrano essere stati i giornalisti. O forse lo sapevano ma erano complici. Si potrà stare un po' in pace almeno nei «week end»? Paolo Passarmi

Persone citate: Clinton, David Gergen, George Bush, Marlin Fitzwater, Ronald Reagan