OMAGGIO A MICHELANGELI LINGOTTO di Leonardo Osella

LINGOTTO LINGOTTO OMAGGIO A MICHELANGELI Gli allievi prediletti a convegno e un concerto con Cascioli TORINO ricorda Arturo Benedetti Michelangeli con un convegno e un concerto (a inviti) che si terranno giovedì 6 giugno nella Sala dei Cinquecento al Lingotto con il contributo di Comune, Regione, Provincia, Cassa di Risparmio di Torino, Angelo Fabbrini e Fiat. Dalle 18, con Alberto Sinigaglia moderatore, parleranno Mario Lueì, Marta Argerich, Luciano Alberti, Giorgio Pestelli, Sergio Sablich, Lidia Palomba e Sergio Verdirame. Quest'ultimo è uno dei pochi pianisti che ebbero il privilegio di essere allievi di Benedetti Michelangeli, prima ad Arezzo e poi nella scuola torinese. «L'insegnamento che ha lasciato il Maestro - dice - non si può esprimere in poche parole. Con lui la musica aveva inizio nel gesto, nel contatto fisico con lo strumento, ma si traduceva in poesia. E anche il suo proverbiale rigore diventava poesia, pur senza la minima indulgenza alla ricerca dell'effetto. Gli allievi erano una sorta di famiglia, così l'insegnamento, sempre prezioso e di valore inestimabile, arrivava anche da una frase pronunciata in auto». Sergio Verdirame mostra con devozione uno spartito debussiano, sul quale Benedetti Michelangeli, in una rara espres- Artiiro Benedetti Michelangeli in un ritratto degli Anni 50 In basso il maestro Giancarlo Gazzani, che dirigerà lunedì 3 giugno il concerto di fine stagione della Stefano Tempia sione scherzosa, segnalò l'eccessiva lentezza con cui il ventenne allievo aveva eseguito un passo: «Non una marcia funebre a tre gambe!». E sottolinea un altro carattere dej grande musicista: la generosità verso i giovani, «ai quali donava il suo sapere e il suo impegno con disinteressato slancio». Giorgio Pestelli ha scritto di Benedetti Michelangeli esecutore: «E' stato anche un modo di sentire la musica, di studiarla, un modo di sedere al pianoforte, di gestire (poco) davanti allo strumento: compostezza esterna che rifletteva un ideale di compostezza interiore». Il grande musicista scomparso un anno fa condusse una vita appartata e per lunghi periodi silenziosa. I suoi concerti divennero via via sempre più infrequenti, le uscite in pubblico eccezionali, i dischi vere rarità. La scuola torinese di perfezionamento fu aperta nel 1961 grazie alla Fiat (intervenne personalmente il prof. Valletta su richiesta di Lidia Palomba). Tra gli allievi, oltre a Verdirame, Maurizio Pollini, Martha Argerich, Ennio Pastorino, Irene An-Li Pang, Lodovico Lessona. Ma una celebrazione non avrebbe senso senza musica da ascoltare. Il compito è stato affi¬ dato al pianista torinese Gianluca Cascioli, che a soli 17 anni è già protagonista di mirabilia: basti citare la vittoria al Concorso Internazionale Umberto Micheli di Milano con una giuria presieduta da Luciano Berio e il compact disc inciso con la DG: «E' un onore enorme per me questo concerto. Il programma è stato scelto fra tre autori che il Maestro prediligeva». Il concerto, dalle 20, comprende: le «Sei bagatelle op. 126» di Beethoven; i «12 Studi sinfonici» di Schumann; sette «Preludi» di Debussy («Voiles», «Le vent dans la plaine», «Ce qu'a vu le vent de l'Ouest», «La sérénade interrompue», «La cathédrale engloutie», «La danse de Puck», «Minstrels»). Leonardo Osella

Luoghi citati: Arezzo, Milano, Torino