Animali in prima serata E santa messa di paese

Parla Giovanelli, «temerario» direttore di Rete4 Parla Giovanelli, «temerario» direttore di Rete4 Animali in prima serata E santa messa di paese MTLANO. E' direttore di Retequattro da un mese e la rete delle telenovelas ha già subito un sussulto negli ascolti. Vittorio Giovanelli, 66 anni, 41-di tv, una specie di fucina elettronica: una vita al servizio dui video. Conosce bene il giocattolo? «Eccome. Dal 1955 fino all'80 in servizio alla Rai. Me ne sono andato per rifiuto all'inquadramento politico». Una scelta masochista? «Posseggo invece delle attitudini psicologiche alla temerarietà. E pensare che allora avevo anche il mutuo della casa da pagare e la figlia a scuola. Sono finito a Telealto Milanese, diciamo a compiere esperienze. Poi alla Rete4 di Mondadori e quindi alla Fininvest. E sono qui da 13 anni». E prima con quale incarico? «Direzione risorse artistiche e rapporti contrattuali». Che tradotto significa? «Significa che sono stato io all'epoca che ho portato Baudo e poi la Carrà. Sempre io che ho arpionato Castagna. Io il responsabile della venuta di Bonolis. Ma non solo queste "colpe". Ho voluto a tutti i costi quel Buona Domenica che stracciò la concorrenza. Ho varato "Simpaticissima" che ha ottenuto un record di 8 milioni d'ascolto». E adesso la sua audacia la esercita a Retequattro? «Sì e mi fa sorridere quel signor Mele di Mediapolis, che non ho il piacere di conoscere (e non per dire, ma proprio perché non so che faccia abbia) che ha parlato di smobilitazione della rete. Proprio adesso che Retequattro guadagna ascolto? Con due punti in più e in cantiere un mucchio di cose? Quella del signor Mele mi pare una voce stonata e disinformata nel coro di plausi». E' vero che a Retequattro tenterà anche una «nuova» santa messa di domenica mattina? «Sembra blasfemo dirla così. La messa è messa. Nessuna telecamera in chiesa o chissà che altro. Invece voglio andare nella provincia italiana e far parlare la gente. Non una messa officiata dal vescovo ma dal parroco del paese, e dopo, via alle interviste col sacerdote e il sindaco». Don Camillo e Peppone? «Sì ma anche il maresciallo Rocca. Bisogna far parlare il prete, il sindaco e il maresciallo dei carabinie¬ ri, che spieghi ad esempio, se in quel dato paesino c'è paura. E per sdrammatizzare, la signora Maria che ci racconterà che cosa ha preparato per pranzo. Oppure in diretta andiamo a conoscere i giovani che spieghino come vivono: se hanno la piscina, se esiste una discoteca, oppure se lo "struscio" si fa ancora. Insomma bisogna che Pordenone venga a conoscenza che cosa fa Militello e viceversa». Per riunire l'Italia? «Ha detto bene». I conduttori? «Davide Mengacci col suo atteggiamento centronordista e una conduttrice che dovrebbe avere nel suo impianto genetico precise caratteristiche meridionali. Ma ancora non so chi possa essere». Non teme che gli appassionati delle telenovelas insorgano? «No. Vorrei tranquilizzare gli amanti delle fiction che avranno una maggiore qualità con appuntamenti costanti». Si rende conto di rivoluzionare la testa e il cuore ai telespettatori di Retequattro? «E' una scommessa. Manderò gli animali di Licia Colò in prima serata e addirittura al sabato. Perché? Perché è inutile contrapporre ai colossi della concorrenza altri mega spettacoli. C'è invece tutta una fascia di pubblico che intende educare i figli e ne ha abbastanza di lustrini e paillettes. E allora tutti gli scontenti potranno sintonizzarsi il sabato sera su Retequattro». E arriverà anche Mike Bongiorno? «Non ha ancora firmato. I preliminari sono sempre laboriosi ma ci sarà. Con la sua "Ruota" e con una novità, una sua idea: variazione sul quiz con grande spettacolo». E quali altri artisti vorrebbe portare nel suo crogiolo el ttronico? «M'interessa l'elenco alfabetico dall'A alla Zeta: per intenderci da Arbore alla Zanicchi. E anche facce nuove». E sui tempi brevi quali novità ha in serbo? «Sto tentando di avere la Juve in una partita internazionale. Vorrei la Moda bambini da Palazzo Pitti a Firenze. Insomma intendo raccogliere l'esperienza dei miei 41 anni di attività e dare alla rete collaboratori, inventiva e mestiere». Ce n'è bisogno. Ultima domanda: ha finito di pagare il mutuo della casa? «Finito per fortuna. E mia figlia che allora andava a scuola è oggi una stimata professionista». Nevio Boni «L'ascolto è cresciuto di due punti e presto arriverà anche Bongiorno» La «squadra» di Giovanelli: a destra Mike Bongiorno a sinistra Davide Mengacci e Licia Colò

Luoghi citati: Firenze, Italia, Telealto Milanese