'900 italiano, la miniera della memoria
'900 italiano, la miniera della memoria Accordo fra Istituto Luce e Alinari per sfruttare un patrimonio insidiato dall'incuria '900 italiano, la miniera della memoria Milioni di immagini per «salvare» la storia recente II ROMA NA miniera, un giacimento di milioni di fotografie che raccontano visivamente la recente d'Italia si forma da un cultural-commerciale storia accordo stipulato tra pubblico e priva to, tra l'Istituto Luce e la Alina ri. Dice Angelo Guglielmi, amministratore dell'Istituto Luce: «Il nostro è oggi il maggiore deposito d'immagini relative al ventennio fascista: oltre a undici milioni di metri di pellicola di quei cinegiornali sovrintesi direttamente da Mussolini che erano strumento di propaganda e una tv d'epoca, possediamo un milione di fotografìe straordinarie, di grande fattura e perlopiù inedite, degli anni 1920-1945. Vogliamo dedicare l'attenzione che merita a questo patrimonio trascurato, danneggiato dalla guerra, in cattivo stato di conservazione: circa mezzo milione di fotografie non sappiamo collocarle, né riconoscerle, non sappiamo identificarne soggetti, occasioni, persone. Per mettere in ordine, far conoscere e commercializzare il nostro patrimonio, a chi ricorrere se non ad Alinari?». Dice Claudio de Polo, industriale genovese-triestino, già proprietario della Stock e ora della Alinari: «La nostra è l'azienda del genere più antica al mondo, nata nel 1852 nel Granducato di Toscana con l'intento di commercializzare la fotografia. Gli Alinari furono i massimi divulgatori del patrimonio artistico italiano e fotografi di Corte, l'azienda raccolse nel corso del tempo molti altri archivi e fondi fotografici, incluso quello architettonico, artistico e paesaggistico del Touring Club Italiano: oggi possiede un milione e mezzo di immagini, quasi tut- te catalogate e fruibili. L'accordo con l'Istituto Luce contribuisce alla nostra ambizione: raccogliere in un unico centro iconografico l'intero patrimonio fotografico del Paese». Due immagini dell'Istituto Luce: a sinistra Mussolini a torso nudo sulla neve (30 gennaio 1937), a destra un ciclista nel maggio 1928 Secondo l'accordo l'Istituto Luce affida alla competenza di Alinari il lavoro di cernita delle proprie fotografie, di scelta e identificazione delle più rilevanti, di loro trasposizione (per conservazione, per consultazione) su microfiches: e lo compensa con un miliardo e quattrocento milioni. Affida ad Alinari pure la possibilità di ricavare fotografie da fotogrammi di cinegiornali, e la vendita di tutte queste immagini a case editrici, giornali, Università, televisioni o mostre in Italia e in tutto il mondo, conservandone la proprietà e il marchio: Alinari assicura un minimo garantito sulla commercializzazione, i cui proventi verranno divisi tra l'azienda (65 per cento) e l'Istituto Luce (35 per cento) che potrà così ricavare da un patrimonio oggi inerte e insidiato dall'incuria quei profitti di cui ha massima necessita. Il vantaggio economico si vedrà e può sempre essere discusso, il vantaggio culturale è già chiaro. In questi anni, immagini preziose o almeno significative della vita italiana sono andate perdute per sempre: la Rai ha disperso i propri archivi; gli archivi di molte tra le più vecchie agenzie fotografiche sono stati svenduti, ruba¬ ti o distrutti; ignoranza, trascuratezza e neomanìa si sono alleate nella cancellazione della memoria visiva; le illustrazioni storiche usate nei libri, dai giornali o dalle tv si sono ridotte di numero e fatte monotone, rimangono ripetitivamente sempre le stesse mutilando altri aspetti degli avvenimenti. Se il nuovo accordo potrà in parte ovviare a simili inconvenienti, se potrà costituire un punto di raccolta e una fonte magari a caro prezzo accessibile per gli studiosi, per l'industria editoriale e per le televisioni, si sarà salvato qualcosa di più d'una grande quantità di fotografie. Lietta Torna buoni
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