«Berlusconi voleva fermare Di Pietro» di Giovanni Bianconi
Salamoile e Bonflgli chiedono alla Camera di acquisire le intercettazioni. Il Cavaliere: nessuna preoccupazione Salamoile e Bonflgli chiedono alla Camera di acquisire le intercettazioni. Il Cavaliere: nessuna preoccupazione «Berlusconi voleva fermare Pi Pietro» /pnt: chiese aiuto a un costruttore e alprefetto Improta ROMA. Silvio Berlusconi voleva impedire l'ingresso in politica di Antonio Di Pietro, e si adoperò per «fermare l'azione» dell'ex-giudice di Mani Pulite. E' l'accusa della Procura di Brescia contro il leader di Forza Italia, indagato insieme a suo fratello Paolo, al costruttore milanese Antonio D'Adamo e all'ex-prefetto di Napoli Umberto Improta per i reati di «attentato contro i diritti politici del cittadini» ed estorsione «in danno di Di Pietro Antonio». La comunicazione ufficiale è arrivata alla Camera due settimane fa, firmata dai sostituti procuratori Salamone e Bonflgli. Agli atti dell'inchiesta bresciana ci sono alcune intercettazioni telefoniche in cui compare Berlusconi, e i due pm hanno dovuto chiedere all'assemblea di Montecitorio, come impone la legge, il pennesso per utilizzarle. «Dovendosi ora procedere all'interrogatorio dell'onorevole Berlusconi - scrivono Salamone e Bonflgli nella loro richiesta - appare di tutta evidenza la necessità di poter utilizzare, per il compimento dell'atto, le registrazioni delle conversazioni intrattenute dal deputato con il D'Adamo». Le telefonate sono le stesse depositale alcuni mesi fa dalla Procura di Brescia al termine delle indagini del primo processo, quando Di Pietro era imputato e fu successivamente prosciolto dal gip. Da quelle conversazioni nacque un secondo procedimento - quello, appunto, contro i fratelli Berlusconi, D'Ada- mo e Improta -, basato su un'informativa della Digos trasmessa alla Camera da Salamone e Bonfilgi. Dal settembre '95, scrivevano i poliziotti, «e in particolare a far data dall'intervento del dottor Antonio Di Pietro al congresso di Cernobbio, dai più interpretato come una dichiarazione d'intenti tale da far preludere un suo ingresso in politica, si è registrato un notevole fermento negli ambienti di Forza Italia, in particolare del suo leader Silvio Berlusconi». Il quale, «evidentemente preoccupato della discesa in campo dell'ex-magistrato, ha avviato una serie di contatti con l'ingegner Antonio D'Adamo finalizzati a far desistere il dottor Di Pietro da tale iniziativa, ritenuta evidentemente pregiudizievole per gli interessi politici di Forza Italia». Dalle intercettazioni telefoniche «utilissime per la prosecuzione di tale filone d'indagine», commentava la Digos -, veniva fuori una sorla di patto tra Berlusconi e D'Adamo: «si evince come D'Adamo, a fronte di un aiuto di natura finanziaria ottenuto da Berlusconi per risollevare le precarie condizioni economiche in cui versano le sue imprese, si stia concretamente adoperando per "fermare" l'azione del dottor Di Pietro». Secondo gli investigatori, per raggiungere il suo scopo, il costruttore si sarebbe avvalso «dell'ausilio del dottor Umberto Impro- ta». E agli atti ci sono alcune telefonate di D'Adamo sia col prefetto che con suo figlio Massimo. Oltre alle relazioni dei poliziotti che hanno pedinato e fotografato D'Adamo mentre entrava ed usciva dalla villa di Berlusconi ad Arcore. Ieri il leader di Forza Italia ha fatto capire di non essere per nulla preoccupato di questa nuova tegola giudiziaria. Al telefonino di D'Adamo già intercettato dalla Digos, invece, ha risposto il figlio del costruttore: «Mio padre si trova all'estero, rientrerà tra sette o otto giorni. Comunque questa storia non esiste». L'ingegnere - comunicano i pm di Brescia alla Camera - interrogato il 18 dicembre scorso, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il prefetto Improta ha già respinto ogni accusa sei mesi fa, quando fu diffuso 0 testo delle intercettazioni delle telefonate che lo riguardavano. Tra cui quella con D'Adamo appena uscito da villa Berlusconi. «Mi ha detto di salutarti cara¬ mente - dice l'ingegnere -, sei sempre nel suo cuore... La situazione è molto complessa... per lui, per loro, per tutti quanti... Tu ha poi parlato con quello là?». Risponde il prefetto: «Non sono riuscito... perché è sempre bloccato il telefono. Tu parli di Tonino?... Mò ci riprovo stasera». Secondo Improta la ricerca di Di Pietro era per presentare un libro, e le telefonate tra suo figlio Massimo e D'Adamo riguardavano tutt'altro. Giovanni Bianconi
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