Frode sei arresti in Veneto di R. I.

Frode/ sei arresti in Veneto Frode/ sei arresti in Veneto Traffico di bovini, 10 miliardi «in nero» PROFITTI ILLECITI ATREVISO NCORA notizie dal fronte incandescente del fisco. Sei ordini di custodia cautelare in carcere sono stati eseguiti mercoledì notte nell'ambito delle indagini del Nas dei carabinieri e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza su una presunta evasione fiscale. I provvedimenti riguardano imprenditori delle province di Treviso, Venezia e Rovigo. L'accusa, a vario titolo, è di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale. Gli arrestati, per ordine della magistratura trevigiana, sono Alfonso Di Somma, di Istrana (Treviso), Claudio Anali, di Monselice (Padova), Ernesto Battisti, di Badia Polesine (Rovigo), Giuseppe Randazzo, di Palermo ma domiciliato a Quarto D'Aitino (Venezia), Graziano Tietto, di Lendinara (Rovigo), e Gianfranco Gaio, di Castelguglielmo (Rovigo). Secondo gli investigatori, gli indagati avrebbero evaso per oltre una decina di miliardi di lire. L'indagine è iniziata nel dicembre 1995, quando i Nas hanno avviato degli accertamenti in seguito ad un caso di tbc riscontrato in un bovino adulto, macellato a Istrana (Treviso), presso la ditta «Nuova eurocarni spa» di San Dona di Piave (Venezia). In seguito a questa scoperta sono stati fatti numerosi controlli ad allevamenti e stalle del Veneto, Lazio e Umbria, dove i Nas ritenevano si trovassero bovini della stessa partita di quello affetto da tbc. Nel frattempo, dalle indagini sarebbe emerso che la documentazione presa in esame sarebbe falsa e quindi l'autorità giudiziaria aveva autorizzato l'intercettazione telefonica di comunicazioni via fax delle persone sospettate. I bovini sarebbero stati venduti come prodotto italiano ma in realtà sarebbero stati im¬ portati dalla Spagna e dalla Francia. Gli indagati avrebbero costituito un'apposita organizzazione in tutto il territorio nazionale, procurandosi elevati profitti illeciti non versando l'Iva dovuta per gli animali importati. In questa fase, i Nas sono stati fatti affiancare dalle Fiamme gialle, che hanno esteso le indagini sul territorio nazionale compiendo oltre una ventina di perquisizioni in località dove risultavano operanti varie sedi di società. Ditte che, secondo gli investigatori, sarebbero state pure «cartiere», appositamente costituite per consentire quel passaggio del bestiame che - per effetto della differente aliquota Iva che esiste per l'importazione del bestiame vivo dai Paesi della Ue e la successiva rivendita in Italia - comporta l'artificioso incremento dell'aliquota Iva da portare in detrazione. Secondo quanto si è appreso, le ditte fittiziamente costituite sarebbero state l'anello della ca¬ tena che consentiva l'effettuazione di un passaggio commerciale puramente cartaceo, necessario però al fine di elevare l'aliquota dell'imposta al 19 per cento. Sempre secondo gli inquirenti sarebbe risultato che queste ditte - alcune delle quali al centro di un'indagme ancora in corso da parte della Guardia di Finanza Rovigo -, quando si trattava di versare la differenza fra l'Iva incassata sulle vendite e l'Iva pagata sugli acquisti, scomparivano nel nulla. I carabinieri del Nas, durante vari appostamenti, avrebbero individuato con precisione i camion che effettuavano trasporti clandestini; mentre da parte loro le Fiamme gialle, attraverso la documentazione contabile ed extracontabile sequestrata nelle aziende, avrebbero rilevato che soltanto negli ultimi quattro mesi sono stati macellati circa duemila capi di bestiame totalmente «in nero». [r. i.]

Persone citate: Alfonso Di Somma, Ernesto Battisti, Gianfranco Gaio, Giuseppe Randazzo