Il miracolo della «lega russa»

Il miracolo della «lega russa» Il miracolo della «lega russa» Sette deputati al partito di Sharanskij UN DEBUTTO ECCELLENTE m TEL AVIV I L partito Israel be-Alyà dell'ex m dissidente russo Anatoli Nathan Sharanskij è entrato come una meteora nella costellazione della politica israeliana: sette deputati, secondo le ultime stime, al primo tentativo di dare l'assalto alla Knesset. Dietro a questo successo c'è il lavoro disciplinato di molte migliaia di volontari, ebrei russi spinti alla militanza politica dal diffondersi nella società israeliana di pregiudizi negativi nei loro confronti. «Secondo l'israeliano medio gli ebrei russi immigrati in Israele hanno spesso a che fare con la mafia o con la prostituzione, o quanto meno con gravi problemi di alcolismo - si lamentava prima del voto il professore di economia Serghei Pollack, da due anni residente in Israele dove lavora come giornalista adesso vogliamo dimostrare che possiamo dare un valido contributo a trasformare Israele in un Paese dove sia bello vivere, un Paese dove si sviluppino la scienza, la ricerca, l'arte». Per raggiungere uno dei più clamorosi successi nella storia politica israeliana - fra un elettorato che spesso non parla affatto l'ebraico e che è disperso ancora in remote città di sviluppo e in centri di assorbimento - Sharanskij si è mosso in continuazione da un insediamento all'altro a bordo di un elicottero, illustrando di persona i suoi progetti ai singoli immigrati. «Il problema numero uno per noi è quello della casa», ha detto Pollack. Sharanskij vuole far passare una legge in base alla quale l'acquisto della prima casa per una giovane coppia o per una famiglia di immigrati sia sovvenzionato in parte dallo Stato. L'attenzione del suo movimento va anche all'occupazione e all'istruzione. In politica estera, Sharanskij afferma di aver idee chiare: «Vogliamo - ha detto ieri - che sia costituito un governo sionista-nazionalista che ricerchi la pace nella sicurezza». E' la traduzione in russo del programma elettorale del Likud. Cercherete la pace anche con Yasser Arafat? «Arafat non sarà certo invitato a far parte del nostro governo. Noi vogliamo la pace con tutti i Paesi arabi e anche con i palestinesi. Siamo fedeli al nostro programma...». Si può vedere? «Lo illustreremo al momento giuste», replica Pollack. Sul piano generale, Israel be-Alyà aspira a favorire un'immigrazione di massa in Israele: dalla Russia, ma non solo. Adesso questi strani quadri di partito che spesso conoscono a malapena poche decine di parole in ebraico sognano di dare la scalata all'establishment israeliano, di essere nominati ministri o alti funzionari. Le mete da conquistare sono il ministero dell'Edilizia (ambito anche dagli ultraortodossi), il ministero del Lavoro o quello dell'Industria e del Commercio. Intanto, ai vecchi partiti politici israeliani hanno già impartito una prima lezione di organizzazione: lo stesso David Levy aveva pensato mesi fa di presentarsi alle elezioni con un partito sostenuto dagli ebrei immigrati del Marocco, ma poi - di fronte ai primi sondaggi - aveva ritenuto più prudente confluire nel Likud. Sharanskij invece ha osato fino in fondo e ha conseguito una vittoria smagliante. [a. b.] L'ex dissidente russo Sharanskij

Persone citate: Anatoli Nathan Sharanskij, Arafat, David Levy, Pollack, Serghei Pollack, Yasser Arafat

Luoghi citati: Israele, Marocco, Russia, Tel Aviv