«Occidente, ora tocca a te»

«Occidente, ora tocca a te» «Occidente, ora tocca a te» «Europa e Usa devono spingerci verso la pace» ■:y.;:;"?'. -. ■ :.:,::.> ■ : :.. m ■ - . „ , LO SCRITTORE YEHOSHUA ABRAHAM Yehoshua, che cosa è successo? Perché Israele ha abbattuto un governo che ha colto quattro anni di successi, in politica estera e economia? Perché ha condannato un premier che ha vinto il Nobel per la pace? E perché ha votato anche contro l'ombra di un grande leader assassinato? «Per tre motivi. Gli elettori hanno avuto la sensazione che questo governo - nonostante il suo bilancio eccellente - avesse corso troppo sulla via della pace. Che si fosse spinto troppo oltre, trascurando la sicurezza interna. Che non avesse saputo prevenire gli attacchi suicidi dei terroristi. E pensano che Netanyahu saprà procedere più lentamente. Ma quello di ieri non è stato soltanto un voto per congelare il processo di pace. E' stato anche un moto di rivolta contro le ingiustizie sociali e il divario crescente tra ricchi e poveri. E' stato, soprat- tutto, un voto di protesta religiosa». La crescita dei partiti confessionali è una delle chiavi per comprendere la svolta. Come condizioneranno il nuovo premier? Non teme un'ondata di integralismo religioso? «E' accaduto che una frazione importante della società si è ribellata all'accelerazione del processo di secolarizzazione dello Stato. Peres è stato visto come un nemico dei religiosi. Che gli hanno votato contro. Ma non credo che i partiti fondamentalisti abbiano la forza di condizio¬ nare Netanyahu, di minare lo Stato laico. Piuttosto, sono un segno della disgregazione sociale. I sefarditi votano lo Shas di Arieh Deri, gli immigrati russi votano Sharanskj... Ognuno coltiva il proprio interesse, punta a incassare denaro per la sua fazione». Israele ha detto no alla politica di Rabin? O alla persona di Peres? «Rabin e Peres hanno governato allo stesso modo. Non c'è stato l'effetto emotivo dell'assassinio del premier, ma era prevedibile: fin dai giorni dell'attentato i sondaggi davano Likud e laboristi alla pari. Se un estremista di sinistra avesse assassinato il capo dei falchi, Ariel Sharon, io l'avrei condannato, ma non per questo avrei votato il Likud. In verità, gli israeliani hanno temuto che Peres cedesse il Golan ai siriani e facesse concessioni su Gerusalemme ai palestinesi. Poi ha giocato anche il fattore personale». La maledizione di Peres. «Shimon Peres è un grande politico. Ma non ha mai conquistato il cuore del suo popolo. Non è mai stato amato. Non ha mai goduto della piena fiducia degli israeliani. Netanyahu ha dimostrato più sicurezza, più elo¬ quenza nel duello tv. E la maggioranza si è detta: perché non Bibi? perché non provare?». Lei ieri ha scritto su questo giornale che, chiunque avesse prevalso alla fine, con uno scarto così esiguo tra vincitore e vinto la pace sarebbe stata più lontana. Può spiegare perché? «Perché questa pace è fragile, e rischia di crollare se il processo non continua. E ora è più difficile. Perché il voto ha dimostrato che gli israeliani non si fidano della Siria e della dittatura che la regge. Che non vogliono restituire il Golan a Assad. Questo può «Il mondo va a destra. Se anche noi «Il popolo ha detto no alla diventiamo egoisti forse significa restituzione del Golan, e ora che siamo un Paese normale» la Siria boicotterà i negoziati» „, ;

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