Il gentile integralismo del fronte dei rabbini di F. N.
I coloni esultano «Moltiplicheremo gli insediamenti in Cisgiordania» Il gentile integralismo del fronte dei rabbini IL SUCCESSO DEI PARTITI RELIGIOSI TEL AVIV I religiosi parevano finiti quanB do subito dopo l'assassinio di Yitzhak Rabin la folla dei giovani laici di Israele si rovesciò disperata e furiosa sulle piazze; quando la kippah di Yigal Amir diventò agli occhi dei più un segno di violenza. Adesso Leali Rabin si lamenta sconsolata che quelli come Yigal Amir sono ancora padroni della piazza di Israele; minaccia di fare le valigie e di andarsene. I religiosi hanno preso fra tre partiti, Shas, Mafdal e Yahadut Ha Torah 26 seggi, o almeno cosi finora sembra. Non sono cresciuti granché (tre o quattro seggi) ma sono sempre là, forti e in buona salute, un gruppo molto robusto che stamattina per iniziativa di Arieh Deri, il capo politico di Shas, agli ordini del vecchio rabbino Ovadia Yossef, si riunisce per cercare un accordo che li renda un unico gruppo di pressione. Sono tanto diversi fra di loro, ma il nero vestito, giovane e dinamico capo di Shas ha un'aria così efficiente che se il gruppo diventerà, com'è del tutto realistico, una forza di governo, c'è da immaginarsi ima scossa elettrica. Cosa pretenderanno? Chiuderanno tutti i ristoranti, qualsiasi esercizio, ogni negozio e bar da venerdì a sabato sera? Bloccheranno il traffico nelle feste e nel sabato? Chiuderanno le strade di Gerusalemme? Imporranno leggi dettate dalla religione? Renderanno obbligatorie le regole alimentari della religione? Imporranno un modo di vita che ormai il 50 per cento degli israeliani rifiuta, o addirittura aborrisce? Il loro sionismo religioso (quello del Mafdal) per cui la Terra è stata data agli ebrei direttamente da Dio, e quindi essi devono difenderla a tutti i costi, diventerà una condanna per il processo di pace? Insomma, paradossalmente oggi Amir ha di che essere contento? A questa domanda tutti i religiosi inorridiscono, alzano le mani e si cospargono il capo di cenere: Yigal Amir è semplicemente un assassino, una pecora nera, un maledetto. Gli uomini di Shas, il popolo sefardita di Rav Yossef sono in genere parte di un mondo socialmente svantaggiato, sottosviluppato: «Ecco, proprio questo è il punto: i nostri uomini - spiega Deri -, non hanno niente a che fare con le pretese totalizzanti di un mondo religioso integralista. Capisco che non piacciano a voi laici: sono vestiti in maniera così strana, e hanno una luce negli occhi quando vanno a prendere la benedizione o gli amuleti di Rav Kadduri, hanno una cultura diversa, sono estranei a tutto quel mondo di merci che per voi è simbolo di libertà. Ma posso promettere che non chiuderanno le strade di sabato, non imporranno le regole alimentari a citi non le vuole, o quant'altro. Useranno però il loro potere per affermare i loro propri diritti, ma a casa loro; non cercheranno di costringere - ride - la società israeliana a imparare a mente la Bibbia o a chiedere benedizioni ai nostri rabbini». Gli uomini di Shas ormai rispondono a malapena alle nostre domande, ci dicono di essere più stanchi che felici e ancor meno volentieri rispondono alle domande su Netanyahu. Infatti, anche se il decrepito Rav Kadduri ha benedetto Netanyahu il giorno prima delle elezioni Ovadia non ha mai dato nessuna indicazione di voto. Tuttavia insistiamo: perché hanno dato il loro suffragio a uno che tradisce la moglie, che si è sposato tre volte di cui una con una donna non ebrea, e che è molto più un ebreo americano che uno di loro? «Quando un politico è eletto primo ministro degli ebrei noi vediamo in questo un'indicazione divina - mi spiega Yonathan, che non vuole dire il suo cognome, addentando il primo panino dopo una notte e una mattinata intera -. Comunque non lo scriva, ma se Peres fosse stato del Likud, a me avrebbe fatto più piacere. Sarebbe stato più facile. E' più pio, più serio. Però è di sinistra, e antisionista». E con questo Yonathan indica il vero conflitto fra religiosi e laici: un conflitto antico, ideologico, insanabile, nato con le origini di Israele stesso. Il gruppo più politico dei religio- si, quello legato ai coloni e che trae origine nei loro insediamenti è il Mafdal che ha conquistato 10 seggi. Questi religiosi non hanno niente di folcloristico, i loro rabbini sono tutti molto militanti, e sono quelli che più di tutti furono travolti dalla tempesta Yigal Amir, perché più di tutti vi ebbero a che fare. «Ora la tempesta è passata per fortuna - dicono - ma per alcuni mesi siamo stati perseguitati e odiati senza colpa. Siamo sionisti religiosi, è vero; ma non siamo solo una zeppa sulla strada del processo di pace; siamo stati anche un agnello sacrificale, e ora speriamo di poter tornare a dire la nostra. Non vogliamo metterci in mano di Arafat. Voghamo restare ebrei in tutti i sensi, anche questo significa combattere; „', talvolta questo allontana le comodità di una pace immediata. E tut; tavia abbiamo dei doveri verso la nostra Terra», [f. n.]
Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Tel Aviv
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