Infanzia abbandonata
«Mai più bambini in istituto» INFANZIA ABBANDONATA «Gli ospiti sono quarantamila e non possono trovare una nuova famiglia» «Mai più bambini in istituto» La Turco-, bisogna cambiare la legge sulle adozioni MROMA AI più bambini in istituto». Lo ha detto Livia Turco, ministro della Solidarietà Sociale, a margine del Convegno «Orfani con Famiglia» al quale ha preso parte con Don Vinicio Albanesi, presidente del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza), durante il quale è stato presentato il volume «Minori - luoghi comuni». «Esistono più di 40 mila bambini che si trovano in istituti - ha aggiunto il ministro - e che non sono dichiarati adottabili perché magari, hanno una famiglia di origine che non può mantenerli. Dobbiamo agire per aiutare economicamente le famiglie di origine, quelle che possono adottare e quelle affidatane. Nella nostra società manca una vera e propria cultura del rispetto per i diritti dei bambini. Guardate le città ad esempio, mancano di spazi per i minori». Livia Turco ha detto che per aiutare la famiglia «occorre riformare il sistema degli assegni familiari che vanno potenziati e serve una politica di armonizzazione fra la vita lavorativa e quella familiare. A questo proposito, penso ad un tavolo dove si riuniscano i ministeri competenti, Lavoro, Bilancio, Finanze, i sindacati e le industrie per rivedere il sistema lavorativo. E' necessario un intervento legislativo per rivedere l'orario di lavoro incentivando il tempo parziale. Quanto alle risorse, queste ci sono e vanno gestite. Quello che serve, è un vero e proprio patto con le imprese». Per far uscire dagli istituti i circa 35-40 mila minori abbandonati è necessario anche rivedere le norme che regolano la potestà geni tonale. Lo ha detto l'onorevole Giovanna Melandri (pds) rispondendo al ministro. «Oggi i bambini che si trovano in istituto - spiega Melandri - sono per lo più stati allontanati dal giudice da famiglie violente, problematiche o abusive. In questo caso non è ammissibile che un genitore che va a mala pena a trovare una volt'a l'anno il figlio lo inchiodi al suo destino di istituto». Melandri osserva che per questi casi, «anche se con molta cautela» sia da rivedere l'istituto della patria potestà. «Certo bisogna fare attenzione a non valutare con leggerezza - osserva - ma oggi per leggerez¬ za si preferisce lasciare il minore in istituto». Un'altra voce sulla necessità di modificare la legge sulle adozioni si è levata da Firenze, in occasione del primo incontro della commissione giuridica e per i diritti del cittadino del Parlamento europeo. La proposta di una verifica delle adozioni, dopo un periodo «di rodaggio» di circa cinque anni, per evitare rischi di fallimento, è stata avanzata dal presidente del movimento per la vita, l'europarlamentare Carlo Casini. «Un monitoraggio del genere - ha spiegato Casini - che manca tuttora a livello europeo, introdurrebbe elementi di conoscenza tali da ottenere maggiori garanzie sulle adozioni di bambini stranieri. Il maggior numero dei bambini adottati viene ancora da Paesi extracomunitari, soprattutto dalla Romania e dalla Russia, seguite da Brasile e di recente anche dalla Libia». [r. cri.l Livia Turco, ministro della Solidarietà sociale
Persone citate: Carlo Casini, Giovanna Melandri, Livia Turco, Melandri, Vinicio Albanesi
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