Clinton perde l'Arkansas

Dopo la condanna degli ex soci del Presidente la guida dello Stato passa al partito repubblicano Dopo la condanna degli ex soci del Presidente la guida dello Stato passa al partito repubblicano Clinton nerde ('Arkansas Sentenza Whitewater, cade il governatore NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Tutti condannati gli amici di Bill Clinton sulla faccenda Whitewater, e l'immagine che i maligni traggono all'indomani è quella di un Presidente che è riuscito a saltare dalla barca prima che affondasse, permettendosi perfino, poi, di piangere per quelli che sono rimasti impigliati nel relitto e sono affondati. Lui il suo bravo pianto lo ha fatto quando ha espresso la sua «solidarietà» (pur dicendo di accettare in pieno la sentenza) a James McDougal, alla moglie Susan e al governatore dell'Arkansas Jim Tucker, che in seguito al verdetto di colpevolezza ha già annunciato le dimissioni. Se ne andrà entro il 15 luglio, ha detto, «per dedicarmi alla preparazione del processo di appello», e in quel momento accadrà una cosa insolita: il governatorato dell'Arkansas passerà nel «conto» dei repubblicani. Quando infatti Clinton lasciò per trasferirsi alla Casa Bianca, il suo vice Tucker ne prese il posto, lasciando libero il suo. Per riempirlo si fece una nuova elezione e la vinse Mike Huckabee, uomo di punta dei repubblicani di quello Stato, che da allora ha «coabitato» con il suo avversario democratico. Ora diventerà governatore e il processo di «repubblicanizzazione» del Sud (fino a qualche anno fa dominio incontrastato dei democratici) sarà compiuto. I capi d'accusa di James McDougal erano 19 (frode nei confronti di varie istituzioni finanziarie) ed è stato riconosciuto colpevole in 18 di essi; quelli della sua ex moglie erano 4, tutti confermati dalla giuria; quelli del governatore Tucker erano sette ed è stato dichiarato colpevole in due «minori»: cospirazione e frode postale. La Casa Bianca, a parte la breve dichiarazione di Clinton, si è sforzata di sottolineare che in questo processo non c'era nulla nei confronti del Presidente e che la sua partecipazione (con la famosa deposizione di due ore e mezzo, registrata nella stessa stanza da cui mezzo secolo fa Roosevelt dava gli ordini durante la guerra) era solo quella di testimone. Ma è proprio questo il punto suscettibile di creargli problemi, o comunque il punto su cui i suoi avversari potranno scatenarsi. Se infatti la sua deposizione, che era per la difesa, quindi in favore dei McDougal, non è servita a «salvarli», vuol dire che i giudici non hanno creduto a ciò che lui ha detto. E se i giudici non gli hanno creduto vuol dire che hanno trovato più credibili le parole di David Hale, il «pentito» di questa storia, il quale ha detto di avere concesso ai McDougal prestiti cui non avevano diritto - in quante erano fondi federali destinati alle aziende in difficoltà - in seguito alle pressioni esercitate su di lui proprio da Clinton. Insomma in una classica situazione di «la parola dell'uno contro quella dell'altro», i giurati avrebbero creduto a David Hale. E' così?, è stato chiesto a Clinton quando si è presentato nella sala stampa della Casa Bianca per esprimere la sua solidarietà ai condannati. «Non credo - è stata la sua risposta - ma comunque chiedetelo ai giurati». E i giurati, anzi l'unico di loro che ha parlato, una signora di nome Risa Briggs bloccata dai giornalisti mentre gli altri suoi colleghi letteralmente scappavano dal tribunale di Little Rock subito dopo la sentenza di martedì sera, ha detto cose per Clinton confortanti. «Il Presidente è stato un testimone molto credibile», ha affermato convinta. Se la sua deposizione non è servita agli imputati è perché «era poco in relazione con le transazioni che noi dovevamo giudicare». Anche lo «special prosecutor» Kenneth Starr, felicissimo per il verdetto che lo salva dall'accusa mossagli recentemente di sprecare tempo e denaro su questa storia («Il minimo che si possa dire - commenta il New York Times - è che il Congresso e la Giustizia hanno avuto ragione a indagare»), ha in qualche modo «scagionato» Clinton, dicendo che il caso era stato costruito più sui documenti che sulle testimonianze, fosse quella del Presidente o quella del suo accusatore David Hale. E' per questo, forse, che gli avversari di Clinton, almeno per il momento, non sembrano intenzionati a «saltare» sulla sua testimonianza. A parte Newt Gin- grich, che ha subito incaricato il suo addetto stampa di chiamare tutti i giornali per salutare il verdetto del tribunale di Little Rock, gli altri sono stati stranamente tranquilli. «Non ho mai detto nulla su questa storia e non commenterò nemmeno questa volta», ha detto Robert Dole, lo sfidante di Clinton al voto di novembre; e perfino Alphonse D'Amato, che a capo della commissione di indagine del Senato si è «accanito» per mesi, ha detto solo che quella commissione finirà i suoi lavori il 15 giugno, come previsto. Franco Pantarelli Per il Capo dello Stato la sentenza è un brutto colpo: i giudici non hanno creduto alla sua deposizione da testimone SANMcDOUGAT IOME DEI CLINTON A UTA.O CON IL LORO CONSENSO CARTE/WHITEWATER DALL'UFFICIO FOSTERLA NOTTE DELLA SUA MORTE? ÌSllÈ CARTE D/HILLARY [INTROVABILI PER DUE ANNI] LA STANZA ATTIGUA AL SUO UFFICIO? •STER É HILLARY ERANO AMANTI? MOLTI SE LO CHIEDONO, 1BBENE LA DOMANDA NON SIA MAI EMERSA UFFICIALMENTE MORTE DI.FOSTER FU DAVVERO UN SUICIDIO OPPURE SI TRATTO'tì^UN OMICIDIO? CLINTON SONO VITTIME 0 COMPLICI DEI McDOUGAL? nte la guida dello Stato passa al partito repubblicano kansas e il governatore DOUGAT LINTON A RO CONSENSO DALL'UFFICIO A SUA MORTE? ABILI PER DUE ANNI] O? LTI SE LO CHIEDONO, EMERSA UFFICIALMENTE N SUICIDIO OPPURE SI OMPLICI Per il Capo dello Stato la sentenza è un brutto colpo: i giudici non hanno creduto alla sua deposizione da testimone

Luoghi citati: Arkansas, Little Rock, New York, Uta