Gli Usa alla Stet: niente affari con Castro
Gli Usa alla Stet: niente affari con Castro WASH 9 NGTO N - L'AVANA Avvertimenti per altre due multinazionali: «Rispettate l'embargo contro Cuba» Gli Usa alla Stet: niente affari con Castro Lettera dal Dipartimento di Stato alla società italiana NEW YORK NOSTRO SERVIZIO E' la Stet il primo bersaglio italiano della legge Helms-Burton, quella che colpisce anche le società non americane che osano commerciare con Cuba. La lettera del dipartimento di Stato in cui si «avverte» la società italiana che le sanzioni stanno per scattare è già partita o sta per partire, e assieme ad essa ci sono altre due lettere simili, una destinata al messicano Grupo Domos, anch'esso impegnato nell'industria delle comunicazioni, e alla canadese Sherritt che lavora nel nikel. La loro colpa? Intrattenere rapporti con il governo cubano nella gestione delle società americane che a suo tempo, quando gli Stati Uniti negarono il loro petrolio al governo instaurato da Fidel Castro, furono nazionalizzate. Nel caso della Stet la collaborazione consiste nella gestione delle linee telefoniche che sono «figlie» della rete costruita in anni lontani dalla Itt, quella stessa che poi, in un famoso rapporto, fu accusata di fomentare il colpo di Stato in Cile contro il governo di Allende. Dal momento in cui la Stet e le altre due società riceveranno la lettera, avranno 45 giorni di tempo per «dissociarsi» dalla loro collaborazione con Cuba, o per fare ricorso. Se entro quel periodo nessuna delle due cose sarà avvenuta scatteranno le sanzioni. Quali? Innanzitutto il divieto ai suoi dirigenti e ai loro «stretti familiari» di entrare negli Usa. I lo¬ ro nomi finiranno nella «Usta nera» dei doganieri americani e se si presenteranno al loro cospetto verranno rimandati indietro. Poi, saranno perseguibili dai tribunali americani perché la legge HelmsBurton consente anche alle società americane espropriate di denunciarle. In qualche tribunale americano, quindi, verrà aperto un processo «Itt contro Stet». Nella scena internazionale questa legge, che in pratica estende la sua «territorialità» a tutto il mondo, è già stata violentemente attaccata. L'Unione Europea ha annunciato una battaglia «con tutti i mezzi a nostra disposizione» e il Messico e il Canada hanno minacciato di portare gli Usa davanti ai tribunali dell'Organizzazione mondiale del commercio. Per evitare tutto questo l'amministrazione Clinton aveva avversato la legge Helms-Burton e il Presidente aveva anche minacciato il proprio veto. Ma rischiava parecchio, perché in questo caso c'erano buone possibilità che alla Camera e al Senato si trovasse la maggioranza dei due terzi necessaria a rovesciare il veto. Molti democratici, infatti, sono d'accordo con Helms e Burton. Così, quando nel febbraio scorso l'aviazione cubana ha abbattuto i due piccoli Cessna pilotati da an¬ ticastristi, Clmton ha preso la palla al balzo ed ha annunciato di avere cambiato opinione: quella legge andava benissimo. Ora però il dipartimento di Stato mostra qualche riluttanza nell'applicarla. Si sa per esempio che la lista che i suoi funzionari stanno esaminando è molto più lunga e che ne fanno parte anche altre ditte italiane come la Benetton, la Costa, l'Italcable e alcune compagnie di viaggio. Per ora, ha detto uno di loro, ci siamo limitati a colpire «i casi più eclatanti», per tastare il terreno. [f. p.] Il leader cubano Fidel Castro
Persone citate: Allende, Castro Lettera, Clinton, Fidel Castro, Grupo, Helms
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