Fini: Silvio come Custer? E io sto con gli indiani di Fabio Martini

lini: Silvio come Custer? E io sto con gli indiani DISSÌDI NEL POLO lini: Silvio come Custer? E io sto con gli indiani LROMA E porte si richiudono alle sue spalle, i cronisti restano fuori è Gianfranco Fini può parlare finalmente chiaro ai suoi: «Le strategie d'ora in poi le facciamo in casa nostra, come se fossimo soli», perché «non possiamo sempre aspettare gli altri...». Siamo al quinto piano di Montecitorio, sono le dieci del mattino e nella «saletta rossa» i colonnelli di Fini capiscono subito che dopo 38 giorni di deriva, il loro capo sta tentando di riprendere in mano il timone, insomma c'è aria di «svolta» nell'aria. Di decisioni importanti. Certo, Fini ripete senza chiaroscuri che «l'alleanza e la strategia del Polo non sono in discussione», ma tutti capiscono che allude a Berlusconi, quando scandisce: «Proposte come quelle della Costituente non possono durare tre giorni...». Come dire: caro Silvio quando sosteniamo insieme una proposta così impegnativa come una nuova Assemblea costituente, non possiamo cambiare idea nel giro di poche ore. Insomma, caro Silvio, se continui a sbandare, non ti seguo più. Certo, quando cinque ore più tardi incrocerà i cronisti, Fini spiegherà che «con Berlusconi non c'è contrasto, i giornali lo interpretano in modo un po' troppo di- sinvolto e collezionano un sacco di smentite». Ma è il gioco delle parti, che richiede il fioretto diplomatico nelle dichiarazioni pubbliche e lo spadone nelle riunioni a porte chiuse. Ma intanto, dentro il partito, Fini ha lanciato il suo messaggio. Eccola la novità: An non ricomincia dalla suggestione - sia pur lontana - del partito unico del Polo. An ricomincia da An. E' proprio facendo appello all'orgoglio di partito che Fini - uscito pesantemente ridimensionato dal verdetto del 21 aprile - tenta di arginare gli sbandamenti al centro di Berlusconi, le tentazioni del Cavaliere di sostenere persino il governo sulla Finanziaria. Dunque, questa è la rotta, per nulla scontata, che Fini ha indicato ieri mattina nella lunga riunione dell'esecutivo di Alleanza nazionale, una rotta diversa da quella suggerita dai moderati del partito, con Pinuccio Tatarella in te¬ sta, che nelle ultime riunioni interne aveva parlato di «rapporto stabile, continuativo» con Forza Italia, in una prospettiva che portasse le forze del centro-destra «oltre il Polo». E che nella saletta rossa l'aria fosse cambiata dopo quelle parole di Fini, lo dimostrava l'intervento di Mirko Tremaglia, interprete dell'anima profonda e antiberlusconiana di An: «Lo confesso, vo- levo fare un intervento nettamente polemico...». Pause giuste, aria sospesa e poi le parole liberatorie dell'ex ragazzo di Salò: «Ma il mio compitino l'ho distrutto, la relazione di Fini mi ha soddisfatto...». E sulla «benedizione» di Tremaglia cala il sipario sul dibattito tra i colonnelli di An che da quel momento si concentra sul rilancio organizzativo del partito e l'annuncio fatto da Fini di un seminario di riflessione culturale e strategica alla quale il leader di An ha invitato intellettuali simpatizzanti del Polo e non direttamente di Alleanza nazionale, come Lucio Colletti, Marcello Pera, Saverio Vertone, Piero Melograni e altri di area come Marcello Veneziani e Giano Accame. Il seminario, che si terrà il 20 e 21 giugno sui monti Cimini nel Viterbese, è dunque destinato a riecheggiare quello voluto da Massimo D'Alema a Pontignano. Con una differenza: la destra si riunirà in albergo e non in convento come la sinistra. Tra gli invitati sui colli viterbesi c'è anche Lucio Colletti che due sere fa, nell'assemblea dei parlamentari di Forza Italia, interpretando umori crescenti, aveva duramente criticato Fini: «Tra le cause della sconfitta del Polo c'è anche un evento deprecabile: la sovrastimata intelligenza di Fini». E ancora: «Ho simpatia umana per il personaggio, ma la sua condotta è stata disastrosa», anche perché «trascinato dai ragazzi di borgata della curva sud». Colletti, scoperto che le sue parole erano state rilanciate dall'agenzia Asca, ha diffuso ieri una nota per spiegare: «Non sono stato richiesto, né ho concesso dichiarazione alcuna sull'onorevole Fini». E quanto a Fini, chiusa la riunione con i suoi, ha spiegato ai cronisti che «l'Assemblea costituente resta la strada prioritaria». E a Berlusconi che aveva parlato del rischio di «opposizione selvaggia», Fini risponde: «Solo i selvaggi vogliono fare un'opposizione selvaggia. E qui ne vedete?». E a chi gli chiede se si senta il generale Custer, evocato da Berlusconi, Fini risponde con un sorriso: «Sono sempre stato dalla parte degli indiani, mi sono più smuratici...». Fabio Martini

Luoghi citati: Salò