«Vorrei un Paese ottimista»

«Bisogna ritrovare basi morali e civili per garantirci lo sviluppo futuro» L'AVVOCATO E LA REPUBBLICA Un articolo sul settimanale «Il Mondo» per la festa del 2 giugno «Vorrei un Paese ottimista» Agnelli: recuperare lo spirito di 50 anni fa ITORINO cinquant'anni della Repubblica sono stati per l'Italia anni di profondi cambiamenti, ma ora bisogna recuperare le basi morali e civili che consentano al Paese di rimettersi sulla via dello sviluppo: scrive così, sul numero del Mondo in edicola sabato, l'avvocato Giovanni Agnelli, che ha redatto un lungo articolo in occasione del 2 giugno, festa della Repubblica. Rievocando quegli anni e in particolare il referendum del '46, il presidente onorario della Fiat scrive che «l'animus di chi, come me, aveva prestato servizio da soldato nel regio esercito per 5 anni mi faceva inclinare per il mantenimento della monarchia». Ma gli italiani, si sa, scelsero diversamente: «Ed è stato fondamentale - si legge nell'articolo che pubblicherà il Mondo sabato - che tutti, a iniziare da Re Umberto, accetta- rono senza recriminazioni il responso delle urne e vennero evitate potenziali lacerazioni». Da quel momento, per l'avvocato Agnelli, «si creò quello spirito positivo che pervase il Paese, al di là delle profondissime divisioni politiche, da cui sprigionò una forte volontà di ricostruire». Speranza in un fu¬ turo migliore del passato, dunque, «ma anche diffusa convinzione che, rimboccandosi le maniche, fosse possibile raggiungere qualsiasi traguardo». Dal passato al futuro. Come lo vede l'avvocato Agnelli? «GU ostacoli per raggiungere l'integrazione nel contesto europeo non sono maggiori di quelli che abbiamo superato cinquant'anni fa - si legge nell'articolo che il Mondo pubblicherà sabato - e invece sembra mancare quell'unità di intenti, la voglia di fare, la capacità di mobilitare le energie di tutti, in sostanza il diffuso ottimismo proprio di una comunità che si impegna per ricostruire e raggiungere obiettivi vitali per il proprio avvenire». E' su questo, invita l'avvocato Agnelli, «che tutta la classe politica dovrebbe impegnarsi perché, al di là delle differenze, è interesse generale creare una base comune di valori largamente condivisi». A distanza di cinquant'anni, dunque, la Repubblica «deve recuperare le basi morali e civili che consentano la diffusione di quella tensione positiva che permette di superare gli ostacoli e spinge il Paese a rimettersi su un sentiero di sviluppo nell'equità e nella democrazia», [r. i.] «Bisogna ritrovare basi morali e civili per garantirci lo sviluppo futuro» Il senatore a vita Giovanni Agnelli. A destra, re Umberto II

Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli, Umberto Ii

Luoghi citati: Italia