Prodi: subito il nuovo vertice alla Rai

Berlusconi: disponibili a trattare. Taradash: non mi fido. Contatti riservati tra D'Alema, Letta e Bogi Berlusconi: disponibili a trattare. Taradash: non mi fido. Contatti riservati tra D'Alema, Letta e Bogi Prodi: subito il nuovo vertice olla Rai Ma sotto l'Ulivo scoppia la polemica ROMA. «Ci vuole subito un nuovo consiglio d'amministrazione Rai, se non si trova un'intesa tra le forze politiche». Romano Prodi ha pronunciato questa frase da qualche ora e nel Transatlantico di Montecitorio, dopo una lunga chiacchierata con Mauro Paissan (candidato verde alla presidenza della commissione di vigilanza della tv di Stato), il deputato del «Sole che ride» Massimo Scalia fotografa così lo scontro sulla Rai che si è aperto tra Polo e Ulivo, ma anche all'interno degli stessi schieramenti: «Presidente e vicepresidente del Consiglio vogliono cambiare subito i vertici dell'azienda. D'Alema invece cerca l'accordo con Berlusconi e spera ancora di riuscire a varare prima la legge di riforma. Ma lui e il Cavaliere possono dire tutto quello che vogliono, tanto nessuno dei due è in grado di garantire la compattezza della propria coalizione. E siglare accordi in queste condizioni è impossibile, quindi saranno Violante e Mancino a indicare presto i nuovi vertici. Del resto è già successo nella scorsa legislatura, con Berlusconi: la prima cosa che fa un governo è occuparsi della Rai». Paissan, che si è avvicinato di nuovo a Scalia, riprende il discorso: «Bisogna procedere subito alle no- mine e credo che Prodi e Veltroni la pensino come me». Già, ormai sono in pochissimi a ritenere che l'Ulivo aspetterà ancora troppo tempo per scegliere il nuovo consiglio d'amministrazione di viale Mazzini. E del resto, da quando l'Ulivo è al governo, sono già stati contattati Umberto Eco e Eugenio Scalfari, in vista di questa rivoluzione nella tv di Stato, mentre Valdo Spini, nel Transatlantico di Montecitorio sussurra a qualche orecchio amico il nome del nuovo candidato alla presidenza della Rai: il costituzionalista Enzo Cheli. Dunque, i giochi sono fatti e i contatti riservati tra D'Alema, Letta, Bogi, o l'incontro di martedì prossimo tra i capigruppo parlamentari per discutere della legge di riforma Rai, fanno parte di quella che Paissan definisce «ammuina»? Così parrebbe, nonostante il segretario del pds, come racconta Scalia, tenti ancora la via dell'accordo con il Cavaliere. Ma a questo quadro va aggiunto un particolare. Chiamasi ppi. 0 meglio quel pezzo (che è maggioritario) del partito popolare che non ha dimenticato le proprie origini de. Ebbene quel ppi lì, che ha Nuccio Fava alla direzione del tgl e Beppe Morello alla guida di quel che resta del eda Rai, non ha affatto voglia di affrettare i tempi, magari per perdere delle posizioni. Non a caso Ciriaco De Mita si esprime così: «Ma perché - osserva l'ex segretario scudocrociato - l'attuale eda non può rimanere in prorogatio? Mi pare che le cose funzionino bene lo stesso, anche così. E poi sarebbe un modo per sdrammatizzare la vicenda». E il sottosegretario all'Industria Salvatore Ladu (ex sinistra de) è assai più esplicito: «So che hanno dato a Berlusconi qualche giorno di tempo, altrimenti Violante e Mancino sono pronti a fare le nomine. Noi però voghamo prima la legge, perché dobbiamo pensare al futuro. Non si sa mai che Botteghe oscure ad un certo punto ci chiami e ci dica: "siete tutti in cassa integrazione". Insomma, io la fine di Camiti e Gorrieri non la voglio fare». Così il ppi. Ma il governo va avanti. D'altra parte, solo un giorno dopo le elezioni, Prodi ha annunciato di voler cambiare in fretta i vertici della Rai. Sì, come da tradizione (Berlusconi non aveva fatto lo stesso?), anche la tredicesima legislatura si è aperta con il tentativo della coalizione vincente di cambiare gli assetti della tv di Stato. Da quell'annuncio di Prodi è passato poco più di un mese, e il leader dell'Ulivo insiste: «Non ha senso - dice - lasciare la Rai senza possibilità di comando». Suppergiù le stesse parole ripete Veltroni: «Entro l'estate - spiega quest'ultimo - qualche cosa occorrerà fare». L'estate, periodo quanto mai propizio per operazioni simili, basti ricordare che il governo Berlusconi adottò la stessa «tattica stagionale». Ma ancora una volta è D'Alema a tentare un'intesa con Berlusconi. E il Cavaliere appare intenzionato a trattare: «C'è la nostra piena disponibiltà», sottolinea il leader (che vorrebbe pure la presidenza della vigilanza Rai). E anche Fini è d'accordo con lui. Ma il «duro» Marco Taradash li ammonisce: «Ci faranno sedere ad un tavolo e dopo un po' diranno che abbiamo rotto noi, così avranno l'alibi per nominare chi vogliono loro». Maria Teresa Meli I! presidente del Consiglio Romano Prodi. Sotto il segretario della Quercia Massimo D'Alema

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