Patteggiare non basta per licenziare

Dipendente statale Dipendente statale Patteggiare non basta per ROMA. Una sentenza penale di patteggiamento non è sufficiente alla pubblica amministrazione per licenziare il dipendente infedele, nel caso specifico un postino accusato di essersi appropriato di una raccomandata che conteneva una schedina vincente del totocalcio, poi incassata da sua madre. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato - decisione della sesta sezione, depositata il 16 maggio - che ha dato ragione ad un operatore specializzato in servizio all'amministrazione postale di Lecce, il quale in primo grado aveva presentato ricorso (accolto) al Tar della Puglia contro il provvedimento di destituzione dall'impiego adottato sulla base della sentenza con la quale era stata patteggiata la pena. La pronuncia del tribunale amministrativo favorevole al dipendente era stata appellata dall'Ente poste e dal ministero, sulla base del presupposto che le disposizioni dell'art. 445 del codice di procedura penale (nella parte in cui si stabilisce che la sentenza di patteggiamento non ha efficacia nei giudizi civili e amministrativi) non potevano riguardare i procedimenti disciplinari, come quello di licenziamento. I giudici hanno sottolineato «l'assenza di certezza legale della sentenza patteggiata in merito alle responsabilità dell'imputato» anche senza escludere che alcuni fatti possano «ritenersi positivamente accertati». [Ansa]

Luoghi citati: Puglia, Roma