Il Leone ceceno nella tagliola

Non paga un conto salato Il Leone ceceno nella tagliola Scudo umano del Presidente al Cremlino IL TRUCCO DI BORIS IMOSCA L coniglio ceceno è uscito fuori dal cappello a cilindro. Ma le sue orecchie stanno ora saldamente in mano a Boris Eltsin. Diavolo d'un prestigiatore! Sarà che il pubblico è un tantino gonzo, sarà che lui una ne fa e cento ne pensa, ma la sceneggiata cui abbiamo assistito in questi due giorni equivale ad un festival dell'illusionismo. Con una sola differenza fondamentale: che il trucco si vede. Aveva annunciato un viaggiolampo in Cecenia e per quindici giorni i commentatori si erano divisi in due campi: andrà-non andrà. Oppure: deve andare-non deve andare. Oppure: i ceceni cercheranno di ammazzarlo-i ceceni non faranno assolutamente nulla. Oppure: è matto-è coraggioso. Nessuno avrebbe potuto immaginare la trovata alla Houdini: Boris Eltsin che vola in Cecenia, ma con Selimkhan Jandarbiev in ostaggio dentro il Cremlino. Più sicuro di così Eltsin non poteva essere. Se mi toccano, il leader ceceno non ripartirà da Mosca sano e salvo. E il leone ceceno ha fatto la figura, appunto, del coniglio del cappello a cilindro. L'hanno rimesso sull'aereo solo quando Eltsin aveva concluso il proprio blitz ceceno ed era ripartito verso Mo¬ sca. Molti si chiedevano: ma perché mai Jandarbiev dovrebbe fare a Eltsin un favore così prezioso a poco più di 15 giorni dal voto? La risposta del successore di Dudaev è stata più o meno questa: «Eltsin ha bisogno della pace per vincere le elezioni. 0 lo cogliamo adesso in posizione di debolezza, quando può fare concessioni, o non lo coglieremo mai più». Ma la tesi di Jandarbiev non avrebbe avuto il sopravvento se qualche promessa concreta non fosse stata avanzata. Da chi? Probabilmente dagli emissari occidentali che hanno sponsorizzato l'incontro. I quali, interessati alla vit¬ toria elettorale di Eltsin, hanno promesso i loro buoni uffici per il «dopo elezioni». «Ci penseremo noi a convincere Eltsin». Forse ci credono davvero, questi emissari, di poter ridurre alla ragione il presidente russo. Forse anche loro vogliono prendere tempo: questi fatidici 20 giorni. Poi si vedrà. Il leone-coniglio Jandarbiev ha fatto i suoi conti. Ma, poiché è musulmano, e probabilmente non conosce il proverbio cristiano secondo cui passata la festa, gabbato lo santo, capirà presto che Boris Eltsin-la volpe non era affatto così debole come se l'era figurato. Il vecchio apparatchik del Pcus ha la realtà virtuale nel sangue e conosce il teatro meglio di chiunque. A Mosca, con Jandarbiev ha firmato ima tregua che potrà interrompere quando vorrà. Poi è partito per la Cecenia, dove ha detto le stesse cose che disse quando cominciò la guerra, 17 mesi fa: i nemici sono «banditi», un «regime criminale», «terroristi». Ha ringraziato i soldati. Ha concesso uno statuto speciale alla Cecenia che Jandarbiev non gli aveva chiesto. Nel frattempo i russi, gli elettori russi, sapranno soltanto due cose: che Eltsin ha vinto in Cecenia e che il terrorista Jandarbiev si è arreso inchinandosi allo zar di Mosca. Dunque che la guerra, i 60 mila morti, erano giustificati. L'integrità territoriale russa è salva. Se la guerra riprenderà la colpa sarà solo degli irriducibili terroristi, il cui destino sarà di essere annientati. Il mondo esterno, forse, in cuor suo, la penserà diversamente, ma non lo dirà perché pensa che non gli convenga. Eltsin-la volpe ha vinto ancora una volta. Il suo ex rappresentante per i diritti umani, l'ex dissidente sovietico Serghei Kovaliov, ha detto nei giorni scorsi al congresso di «Scelta democratica della Russia» (che si apprestava a votare il sostegno entusiastico al candidato Boris Eltsin): «Sappiate che state prendendo una decisione grave: state invitando a votare per un mentitore e per un assassino». L'hanno fischiato rabbiosamente. E con ragione. Non che le accuse di Kovaliov siano infondate. Ma sono comunque poca cosa, oscurate dalla grandezza del genio e dalla nobiltà del fine: la definitiva sconfitta del comunismo e la vittoria definitiva dei futures. Se così stanno le cose il coniglio terrorista Selimkhan Jandarbiev ha avuto esattamente quello che si meritava. i Giuliette Chiesa

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Russia