Inchiesta sui bilanci Fiat Il gip: no a nuovi documenti

E' stata accolta la richiesta dei difensori E' stata accolta la richiesta dei difensori Inchiesta sui bilanci Fiat Il gip: no a nuovi documenti L'avv. Chiusano: un punto a favore ma il processo deve andare a Roma TORINO. No all'acquisizione di nuovi documenti da parte dell'accusa e una nuova eccezione, questa volta sulla competenza dei giudici torinesi, presentata dalla difesa di Cesare Romiti e Francesco Paolo Mattioli, presidente e direttore centrale della Fiat: l'udienza preliminare davanti al presidente aggiunto dei gip, Francesco Saluzzo, è vissuta ieri su questi due temi. Soddisfatti all'uscita i legali della Fiat. Ha commentato Vittorip Chiusano, difensore, assieme a Franco Coppi, di Romiti: «Il gip ba accolto la nostra opposizione ad acquisire altri verbali arrivati fuori tempo massimo, oltre cioè quei termini fissati dallo stesso gip per la presentazione di nuovi atti da parte della Procura». E' un punto a favore della difesa? «Se vogliamo rispondere in termini sportivi, diciamo di sì». Il no del gip non sembra preoccupare molto la Procura. I pm Gian Giacomo Sandrelli e Giancarlo Avenati Bassi hanno spiegato: «Abbiamo proposto l'acquisizione di quei documenti solo perché le parti sapessero che esistevano. Il gip li ha respinti poiché considera cristallizzato il fascicolo. Per noi non cambia molto. Chiameremo come testi in aula le persone che hanno rese quelle dichiarazioni». I verbali esclusi sono quelli con le dichiarazioni del socialista Giulio Di Donato, sentito nell'ambito di un indagine relativa all'acquisto dell'Alfa Romeo (1986) e quelli di alcuni manager Fiat su un viaggio a Vaduz (Liechtenstein) nella primavera '93, dove, secondo la Procura, sarebbero stati bruciati documenti utili alle inchieste giudiziarie. Ma la vera battaglia procedu¬ rale, iniziata ieri e che proseguirà venerdì quando replicheranno i pm, la parte civile Roberto Lamacchia (per la SlaiCobas di Arese), e l'avvocato Andrea Galasso difensore di Clemente Signoroni (ex manager Fiat indagato per frode fiscale), riguarda l'eccezione sulla competenza territoriale. Il processo - dicono i legali Fiat va trasferito a Roma per connessione con quello sulla Intermetro riaperto dal gip Adele Rando. Perché? Ennio Festa e Carlo Umberto Minni, difensori di Mattioli: «Ci opponiano, e non da ora, che i nostri assistiti siano sottoposti a due procedimenti giudiziari per gli stessi fatti. Romiti è indagato a Roma per corruzione, un reato che, come prevede il codice, attrae ora quello meno grave (il falso in bilancio) contestato a Torino. Inoltre l'inchiesta romana sull'Intermetro riguarda fatti risalenti ad epoca anteriore». E Chiusano: «Non è che ci piacciano di più i magistrati romani, ma il nostro obiettivo è arrivare ad un unico procedimento». La Procura è contraria al trasferimento a Roma: «I due procedimenti di cui si chiede la riunione si trovano in fasi procedurali differenti: a Torino siamo ad udienza preliminare avviata, a Roma - dopo la riapertura del fascicolo - sono ancora alle indagini preliminari». Contrari anche la parte civile Lamacchia e l'avvocato di Signoroni, Galasso: «L'eccezione cade su una delle contraddizioni del codice. Che, nato per accelerare i processi, finisce per far rallentare o addirittura arrestare il corso delle indagini». Nino Pietropinto