Quando lo schermo diventa donna di Daniele Cavalla

Al Massimo Uno si terrà la rassegna internazionale del cinema al femminile Al Massimo Uno si terrà la rassegna internazionale del cinema al femminile Quando lo schermo diventa donna Prima proiezione: «Tarantella» con Mira Sorvino Cinque giorni di immagini «al femminile». Il Massimo Uno, via Montebello 8, ospita da mercoledì 5 giugno la terza edizione del Festival Internazionale Cinema della Donne. «Quest'anno - ha dichiarato ieri Clara Rivalta, presidente dell'associazione La Moviola abbiamo dovuto affrontare grossi problemi finanziari a causa dei minori contributi ottenuti dal Comune, ma nonostante le difficoltà siamo riuscite a preparare una completa esplorazione sulla cinematografia femminile mondiale. Ringraziamo la Regione e la Commissione Pari Opportunità Uomo-Donna: grazie a loro continuiamo a esistere». A proposito di contributi, l'assessorato alle Risorse Culturali del Comune ha previsto per questa edizione 20 milioni di lire (50 nel '95), 5 la Provincia, 50 l'ente regionale, 10 la Commissione Pari Opportunità. «Noi intendiamo - ha affermato Giampiero Leo, assessore alla Cultura della Regione - aumentare ancora il prossimo anno il nostro intervento finanziario, questa iniziativa si inserisce nel filone della cultura al femminile da noi seguita». Il festival di quest'anno si articola in tre concorsi: lungometraggi (sei le pellicole in gara), documentari (sei titoli) e medio-cortometraggi (quattordici le opere previste). Per ogni sezione saranno assegnati due premi a cura della Giuria e del pubblico. Rinviati alla prossima edizione 1'«Omaggio alle pioniere», i «Percorsi italiani», «Così lontano così vicino». Per quanto riguarda i film in cartellone spiccano l'inaugurale «Tarantella» con Mira Sorvino, premio Oscar quale miglior attrice non protagonista per «La dea dell'amore», nonché attraente fidanzata di Quentin Tarantino, «Things I never told you» con Lily Taylor, una delle predilette da Robert Altman, «Fresh Kill» con l'attrice indiana Sarita Choudoury che ricordiamo in «Mississippi Masala» di Mira Nair. Daniele Cavalla