«Manca l'appeal economico»

Sindacati e industriali concordi: cresce l'area dei senza lavoro Sindacati e industriali concordi: cresce l'area dei senza lavoro «Manca l'appeal economico» Torino, il monito di Pichetto A Torino manca il lavoro, ristagnano gli investimenti, l'area non attrae capitali. L'allarme congiunto arriva da sindacati e industriali, durante il convegno «Torino. Lavorare per il lavoro». SENZA APPEAL «Qualcosa non funziona: Torino non ha più appeal economico. Le aziende straniere vengono a vedere, fanno le loro indagini e poi investono altrove. D'altra parte, l'imprenditoria locale appare sfiduciata: vende o si trasferisce». Il monito al mondo imprenditoriale è di Giuseppe Pichetto, alla guida della Camera di commercio. Pichetto ha criticato anche gli amministratori e i parlamentari locali che poco hanno fatto finora per salvare Torino dal declino. «In questi anni - osserva - è mancata la concertazione, ognuno si lecca le sue ferite. L'iniziativa di oggi è importante purché non si riduca al solito bla bla». APPELLO. Cgil-Cisl-Uil di Torino inviano un appello a imprenditori, enti locali, banche, artigiani, università: costruiamo un tavolo permanente di concertazione per capire con quali strumenti si può raggiungere l'obiettivo di inventare posti di lavoro. Il convegno promosso ieri dal sindacato è stato l'avvio di un percorso ancora tutto da costruire, ma il cui primo appuntamento è quello relativo alla elaborazione di progetti per mille miliardi. Tanti quanti la Ue stanzia come fondi strutturali per le aree in crisi (Torino lo sarà fino al '99). PROGETTI. Beppe Gherzi, direttore dell'Unione industrialem, ha ricordato che entro agosto i progetti devono essere pronti. Si tratta di un'occasione importante che deve però vedere attivi anche gli imprenditori torinesi perché l'Ue partecipa ai progetti al 70 per cento, ma il restante 30 deve essere di risorse locali. Studiare proposte da avanzare all'Ue significa anche incominciare a parlare concretamente dei tanto decantati nuovi settori (dal turismo all'agricoltura all'ambiente). IL CEHS1S. Torino perde abitanti, ha un tasso di natalità bassissimo e non è permeata - come ha analizzato Giuseppe Roma, direttore del Censis - da uno spirito che favorisca la nascita di micro-attività economiche che invece proliferano in altre regioni (come il Nord-Est). In pratica, anche dal punto di vista delle infrastrutture, è «una metropoli che si comporta e ambisce a diventare città di provincia». EMERGENZA LAVORO. L'insieme di molti fattori (la crisi solo in parte alleviata dalla ripresina) ha comportato una vera e propria emergenza lavoro. In tre anni Torino ha perso 70 mila posti, sono arrivate a 168 mila unità le iscrizioni al collocamento (65% donne e 39% in attesa di prima occupazione). Il 41% di chi cerca lavoro ha meno di 25 anni, ormai il tempo medio di attesa per un giovane è di 30 mesi. In provin¬ cia di Torino 22.600 persone sono in mobilità (il 55% donne, 15 mila con più di 40 anni). Nel '95 ci sono stati 100 mila espulsi dalla produzione a fronte di 88 mila avviamenti e - dato estremamente negativo il 45% di chi è entrato al lavoro è non qualificato. Una situazione grave, resa acuta dalle difficoltà di numerose storiche aziende (Olivetti, Alenia, Telecom, Rai, Italgas, Mandelli, Ferrerò, Ilp). Inoltre hanno detto i tre segretari, Scudiere, Croce, Dealessandri - «sull'intero comparto auto pesa l'incertezza delle scelte di strategia industriale della Fiat per quanto riguarda gli stabilimenti torinesi dove, tra l'altro, non si assume da sei anni». LE PROPOSTI. E le proposte sono molte: creazione di infrastrutture, diversificazione del prodotto, sostegno e qualificazione dell'apparato produttivo, gestione del territorio, politiche industriali, valorizzazione delle risorse umane. Raffaele More- se, segretario aggiunto Cisl, ha detto: «Noi finora non abbiamo saputo far entrare la gente nelle fabbriche; dobbiamo incorniciare a farlo non con il clientelismo, ma scommettendo sull'orario e sul governo della mobilità». Ha aggiunto: «Dico agli imprenditori che devono scommettere con noi sul lavoro». Ha, quindi, fatto alcuni esempi di ambiti di cui dovrebbe occuparsi la concertazione: riduzione di orario, part-time, anno sabbatico per studiare, formazione permanente. Di fronte alla frantumazione del lavoro classico (uno nella vita) Morese ha domandato alla platea di quadri sindacali presente al convegno: «Vogliamo rappresentare la miriade di lavori che esistono o vogliamo rappresentare solo la guardia reale? Io dico: non riduciamoci a un sindacato debole con un mercato del lavoro abbandonato a se stesso». Manna Cassi Giuseppe Pichetto

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