Ciriè assolto il «bomber cieco» di Gianni Giacomino

Era stato accusato di lavorare, senza averne diritto, come centralinista Era stato accusato di lavorare, senza averne diritto, come centralinista Griè, assolto il «bomber cieco» «Non ha provocato danni» Francesco Pinto, il ventritreenne di Ciriè, impiegato come centralinista all'Usi 6 e accusato di essere un «finto cieco», è stato assolto ieri con formula piena. Secondo il pretore, Antonio Rapelli, infatti, l'azione penale non poteva essere esercitata. «L'imputato non ha recato danno all'Amministrazione pubblica. Gli unici danneggiati avrebbero potuto essere le altre persone inserite nella speciale graduatoria, ma nessuno di questi ha presentato querela contro Pinto». «Una sentenza che mi aspettavo - dice soddisfatto il giovane che gioca a calcio nella Nolese, come centravanti e che per questo era stato soprannominato dai giornali "il bomber cieco" -. Ho sempre avuto la coscienza tranquilla, nonostante si siano dette e scritte cose sul mio conto che mi hanno ferito profondamente». Il suo nome era finito nell'elenco dei falsi invalidi dopo l'inchiesta partita nell'aprile del 1994 e condotta dal sostituto procuratore Paolo Gallo. I Vigili del Nucleo di polizia giudiziaria di corso XI Febbraio individuarono con appostamenti e riprese filmate, durate quasi due anni, una trentina di casi sospetti; persone che ricevevano addirittura una pensione d'invalidità e che invece guidavano macchine o giocavano a carte. Per loro era scattata immediatamente l'accusa di truffa ai danni dello Stato e dell'Usi. Così anche per Francesco Pinto, impiegato come centralinista all'ospedale civile di Ciriè. Ieri l'udienza, durata poco più di un'ora. Davanti al pretore Rapelli, al p.m. Paolo Gallo e all'aw. Giorgio Merlone, costituitosi parte ci¬ vile per l'Unione italiana ciechi, i legali difensori di Pinto, gli aw. Luigi Chiapperò e Guido Pellegrino, hanno ripercorso le tappe fondamentali di tutto l'iter processuale e, cartelle cliniche alla mano, hanno dimostrato come il loro assistito abbia avuto problemi agli occhi fin dalla nascita. Le diagnosi ufficiali parlano di «malformazione congenita, distrofia con retinoschisi maculare ed emorragie vi- treali». Malattie che durante tutti gli anni dell'infanzia hanno costretto Francesco Pinto a diversi ricoveri, soprattutto dopo che a 11 anni gli si strappò la retina. Un via vai continuo tra l'Oftalmico di Torino e le specializzate cliniche svizzere, fino all'intervento con il laser; risultato: due decimi per occhio. E' a quel punto che il ragazzo viene iscritto alla scuola di via Bazzi a Torino per centralinisti ciechi e inserito nelle graduatorie all'Ufficio del Lavoro, da dove viene prelevato per ricoprire la funzione per la quale si e specializzato. Una storia del tutto diversa da quella di altri falsi invalidi, corredata da una copiosa documentazione che ha convinto il pretore Rapelli ad emettere la sentenza di assoluzione. Gianni Giacomino Francesco Pinto, il ventitreenne centralinista e centravanti della Nolese

Luoghi citati: Ciriè, Torino