Sezioni Aids C'è tensione alle Vallette

Denuncia del Sup Denuncia del Sup Sezioni Aids C'è tensione alle Vallette Castoria Telefonata anonima, al giornale: «C'è tensione alle Vallette, nella sezione con i detenuti malati di Aids. Per noi, agenti di custodia, la situazione è diventata insostenibile». Ancora una protesta, sulla scia di un recente comunicato del segretario generale del Sup, il sindacato unitario di polizia penitenziaria, Cataldo Riccio che sottolineava disagi e insofferenze. Ma che cosa accade alle Vallette? Il sindacalista Riccio: «I problemi di tutti i giorni. Mille e cinquecento detenuti, il doppio della capienza della struttura. Settecentonovanta agenti, cento in meno dell'organico. E adesso mettete assieme queste due realtà: vedrete che per forza maggiore celti problemi ci sono, e sono gravi». Ovunque. Continua Riccio, che lavora proprio all'interno delle Vallette: «Adesso vediamo le due sezioni, la 5" e la G'', del braccio A, dove sono detenute le persone malate di Aids. Gente disperata, che spesso trova nella provocazione, nell'insulto, nell'aggressione, una risposta alle sue paure». 11 direttore delle Vallette, Vincenzo Castoria, riflette a voce alta: «L'impegno del personale è forte. In quelle duo sezioni c'è un progetto, maggiore attenzione, più sforzi. Sono detenuti diversi, con realtà problematiche a volte disperate». Ma, aggiunge, «abbiamo una équipe di specialisti che li segue, personale specializzato. E' vero, ci sono stati comportamenti provocatori, minacce, insulti, aggressioni. Sì, oggi la situazione c delicata. Ma non ci sono particolari problemi. Oggi, ripeto. Fra ventiquattro ore non saprei dire...». E lascia intendere, senza dirlo, che si vive alla giornata nel carcere delle Vallette. Alcuni agenti protestano: «Non ce la facciamo più. Manca materiale, non possiamo neppure avvicinare quei detenuti, ci mancano i guanti, ad esempio». Ancora il segretario del Slip, Riccio: «Questi detenuti richiedono una assistenza diversa, personale preparato, strutture esterne. C'è carenza di mezzi. Occorrerebbero corsi professionali, per chi deve operare accanto ai detenuti ammalati di Aids. Ma sia siamo sottorganico. Al braccio A, sezioni 5'1 e 6a, ad esempio, c'è un solo agente per sezione. Dunque un solo agente per 30 detenuti. E adesso ci tagliano pure gli straordinari, ci danno servizi nuovi, come la scorta per i trasferimenti dei detenuti. E allora il malcontento cova. E può esplodere da un giorno all'altro». [e. mas.] Castoria

Persone citate: Castoria, Cataldo Riccio, Riccio, Vincenzo Castoria