Sul podio a Milano ci sarà Casagrande
Sport Il citi incoraggia la maglia rosa Rebellin ma avverte: «Vìnce chi ha la squadra più robusta» Sul podio, a Milano, ci sarà Casagrande Martini: «E Bugno vi stupirà» FIUGGI DAL NOSTRO INVIATO Il citi azzurro, Alfredo Martini, è venuto a godersi un po' di Giro. «Ma lei si entusiasma?» «E' una corsa che si adegua al percorso - dice grattandosi la testa, perplesso -. Il percorso sin qui è stato facile e chi si aspettava le grandi imprese s'illudeva. Le strade di oggi hanno creato un ciclismo di gruppo. Se prendi un corridore che ha un 10 per cento in più degli altri e lo metti su una strada bella e levigata, che cosa succede? Succede che chi ha un 10% in meno di lui gli si mette a ruota e non lo molla». Allora che si fa, si spera nelle montagne? «L'asfalto delle montagne è migliore di quello delle pianure, non ci passano sopra i Tir. Una tappa di montagna diventa veramente dura soltanto se lo vuole il cielo. Se il cielo s'arrabbia, se piove, se nevica, se viene un freddo da morire, arrivano le legnate». Passiamo in rassegna i nostri giovanotti. Cominciamo dalla Maglia rosa. «Rebellin ha trovato tanti inciampi, tanti ostacoli. Ora mi sembra sereno, fiducioso. La sua forza è nelle ottime proporzioni fisiche. Ha i muscoli e il peso dove deve averli. Braccia leggere, torace leggero, gambe di stazza. Ed è buono. Avrà molti amici dalla propria parte. I neutrali, se dovranno schierarsi, si schiereranno con lui. Ma deve lottare con un avversario del calibro di Ugrumov, un finalista. E la parte finale del Giro è terribile. Se ne parliamo come probabile vincitore, beh, penso che abbia preso il comando troppo presto. Undici giorni di difesa. Bisogna che gli vada tutto Uscio. Quando logori la squadra a cominciare da metà Giro, rischi di non trovarla nei momenti difficili». Piepoli. «E' scalatore in grado di suonarle a tutti. Ma è delicato, ha sempre qualcosa, il raffreddorino, la bronchitina. Però in salute e con l'arrivo in vetta, fa paura». Gotti. «Un regolarista. Uno di quei corridori, come Belli, ai quali biso¬ gna che ogni cosa funzioni per il verso giusto». Il suo capitano è Berzin. Passerà dei guai? «Dopo i litigi dell'altr'anno con Ugrumov, Berzin avrà capito che ci sono anche gli interessi della squadra. Con Gotti si può andare d'accordo, è una persona discreta, non provoca disagi. E' però indispensabile, dato 5 carattere di Berzin, che i due si parlino con chiarezza, stabiliscano i ruoli con assoluta chiarezza». Casagrande. «C'è. Migliora ogni giorno, va forte a cronometro. Sul podio ci sale. Primo, secondo o terzo, non lo so, ma dovrebbe salirci». E Faustini? «Da scoprire dalla testa ai piedi». Olano. «Uno tosto. Lento a entrare in azione. Al Monte Sirino non ha avuto un cedimento, è stato piantato sullo scatto. Saranno dolori quando gli girerà a pieno il motore». Il caso Colombo? «L'hanno fatto partire senza impegni di classifica. I compagni lo hanno aiutato all'inizio di stagione, ha vinto la Sanremo. Ha dovuto restituire l'aiuto». Sino a Pratonevoso che si fa, si dorme? «La prossima tappa non è uno scherzo. Attenzione. Forse sulla Consuma il gruppo non si rompe, ma fatica. Poi verso Pratolino c'è una salita che picchia, e l'ultima, a 18 chilometri dalla fine, te la raccomando. Tre chilometri, superata Figline, con tratti al 16 per cento. Un arrivo da gruppetti staccati. Da Prato a Loano, padroni i velocisti. A Pratonevoso si vedrà chi tra i primi ha la squadra più robusta». Bugno ha chiuso? «Credo che tiri fuori certe storie per autocommiserazione. Gli piace addolorarsi. Non è finito. Non ci pensa neppure a essere finito. In realtà che cosa ha detto? Che è inutile lottare per il 60° posto. Ma sta covando l'idea di sparare un colpo, vuol concludere il Giro in condizione da difendere il tricolore». Martini, non è il solo, è affezionato a Bugno. Gianni Ranieri T 79° Giro d'Italia L'arrivo solitario di Zaina a Fiuggi: il gregario di Chiappucci ha preceduto Guidi di 4"
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