Confindustria lancia il «lavoro coordinato»
l'antitrust stoppa Heineken acquistando la Moretti avrebbe il 38% del mercato Callieri: «La produzione ha bisogno di nuove regole perché è cambiato il contesto competitivo» Confindustria lancia il «lavoro coordinato» Treu frena ma è d'accordo sull'introduzione della flessibilità ROMA. E' il «lavoro coordinato», la terza via tra lavoro subordinato e autonomo, che dovrebbe affrontare assieme all'impresa le sfide aperte dai cambiamenti tecnologici e la globalizzazione dei mercati. Lo ha detto ieri, ad un convegno al Cnel sulle «Nuove forme di lavoro tra subordinazione coordinazione e autonomia», il vicepresidente della Confindustria Carlo Callieri ricordando l'esigenza di promuovere per questa nuova figura un adeguamento dell'ordinamento giuridico per evitare un «Far West» normativo. «C'è bisogno di nuove regole per il lavoro - ha affermato Callieri - perché è cambiato il contesto competitivo spingendo l'azienda verso il decentramento e la globalizzazione. L'area da regolare - ha aggiunto - è ampia: quella di chiunque collabori con un'organizzazione con responsabilità di risultati e autonomia professionale». Secondo Callieri queste figure esistono già «senza regole proprie» e sarebbe utile che per questi lavoratori venisse proposta una normativa che tenesse conto di tutti gli aspetti compresi quelli previdenziali. «Bisognerà affrontare al più presto - ha precisato - le regole contrattuali ma anche i temi di esclusività^ di fedeltà. La nuova realtà impone una riforma critica dell'assetto normativo, una regolamentazione intelligente che sia utile sia per l'azienda che per l'individuo». «Sono interessato al metodo e al fatto che occorre superare questa dicotomia - commenta il ministro del Lavoro Tiziano Treu - però occorre tempo perché non abbiamo ancora idee chiare e quindi dobbiamo andare avanti per sperimentazioni successive». Treu ricorda che «alcuni dei lavori difficili da inquadrare sono quelli che abbiamo messo nelle prestazioni coordinate e continuative del 10%». «Probabilmente - sottolinea il ministro - il modo più realistico di procedere è quello di operare sulla disciplina: smussare cioè le differenze tra lavoro subordinato e quello autono-" mo classico, per cui chi sta di qua ha tutte le tutele e chi sta di là non ne ha nessuna. Se invece di una differenza di disciplina così drastica cominciassimo a modulare le tutele, allora anche il problema della qualificazione si sdrammatizzerebbe». Per il ministro però «è anche vero che la flessibilità è necessaria e quindi, per me, il problema è intanto di metodo, perché la flessibilità va costruita in modo negoziale, e poi di merito: che cosa cioè può essere flessibilizzato, non certo la sicurezza personale, mentre per l'orario di lavoro c'è sicuramente spazio». H | y fT^rFìr^M 'TOT r Carlo Callieri e (a Fianco) Tiziano Treu ministro del Lavoro'
Persone citate: Callieri, Carlo Callieri, Tiziano Treu, Treu
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