Mela del peccato per chi porta la minigonna di Antonella Rampino

Mela del peccato per chi porta la minigonna Il sacerdote vuole consegnare un frutto alle signore che si presentano vestite «in modo indecente» Mela del peccato per chi porta la minigonna Teramo, la crociata di un parroco: va bene al bar, non in chiesa LEZIONE DI PUDORE E NERETO (Teramo) HH, tutti questi giornalisti...». Sospira la perpetua di don Silvio, parroco della Madonna della Consolazione in quel di Nereto degli Abruzzi. «Oggi sono arrivati pure quelh della Cienne-enne». Don Silvio, parroco secolare in clergyman con telefonino e sguardo alla Ugo Pagliai, domenica scorsa durante l'omelia ha minacciato di consegnare una mela ad ogni ragazza abbigliata in maniera troppo sfacciata. Adesso se ne sta seduto nella sacrestia desolata e cerca di venirne a capo. Fuori, nel paesotto tranquillo e non troppo praticante, dal punto di vista del cattolicesimo, incrociano bande di studenti. Ragazzini. Ma sono circa duemila, ogni gionio, su una popolazione che è poco più del doppio. Silvia - chiamiamola così - viene da Alba Adriatica tutte le mattine per frequentare una cosa che si chiama «maxisperimentale linguistico». Tranquilli: è una normale scuola dello Stato Italiano nel quale, oltre alle lingue, fanno anche un po' di musica e teatro. Minuta, fasciata in calzamaglia come una statua a tutto tondo, Silvia e il suo amico Marco dell'Ite sono letteralmente terrorizzati da Bianca Micacchioni di Molitore. Nome della preside. Che manda a lavarsi la faccia le ragazze troppo truccate, e rispedisce a casa quelle in minigonna. E si ricordano di quando il Fantozzi a furia di essere buttato fuori dalla classe per via dei pantaloni troppo corti, si ripresentò coi calzoni appena sotto il ginocchio. E la terribile professoressa Micacchioni non potè farci niente, perché proprio lei aveva fissato li la soglia del pudore scolastico. Ecco, in questo clima, mentre i giovani sciamano verso motorini e corriere per rientrare nei paesi attorno, avendo però avuto il tempo di decorare con espressioni plausibili, ma irripetibili, le due ninfe nude di bronzo che decorano piazza Salvador Mende, l'altra domenica è arrivato don Silvio con le sue mele. Lui giura che è andata così: al ca- techismo del venerdì sera, quello che si fa per gli adulti, alcuni padri hanno paventato che accadesse alle prime comunioni di domenica quello che accadde già nel maggio scorso. E cioè che alcune ragazze non seguissero compitamente la funzione perché a ogni movimento dovevano tenere sotto controllo la gonna. «Loro la tirano giù, ma quella è corta, se ne resta su» spiega don Silvio. «E allora ci siamo detti: anche in Vaticano, anche a Cassino, anche a Camaldoli non si entra se non si è vestiti decentemente. Proviamo a farlo anche qui». Don Silvio è un parroco di provincia, ma sa usare la tecnologia. Con il suo Apple e una stampante a getto d'inchiostro ha sfornato una quantità di manifestini. «Adamo ed Eva dopo aver mangiato la mela, si accorsero di essere nudi. Per caso, ti serve una mela, in Chiesa?». Le virgole sono messe qua e là, ma il senso c'è tutto. Ha tappezzato la chiesa. Giura di non aver mai neanche pensato di consegnare una mela a ogni scostumata presente in chiesa. «Non è stata capita l'ironia». Dice don Silvio che consegnare una mela a chi si presenta mezzo svestito sarebbe un po' come puntare il dito: «Lascio invece alle persone il senso del proprio decoro. La minigonna in un bar, v j bene. In chiesa no». Ma scusi, don Silvio, Dio non ci vede ovunque siamo? «Certo. E questo riguarda noi stessi. Ma esistono anche gli altri. E in casa di Dio un abito indecente può essere di disturbo durante la preghiera. Non siamo mica a bambinopoli». Scusi? «Bambinopoli, non la conosce? E' la chiesa che c'è ad Alba Adriatica, pochi chilometri da qui. E' sull'arenile, in un parco giochi per bambini. Le mamme lì vanno a messa in costume da bagno, con un pareo addosso. Ma in spiaggia quell'abbigliamento non disturba nessuno». Insomma, don Silvio, ma come le è venuto in mente di ritirare fuori la storia della mela e di Adamo ed Eva? «Mi sono ricordato di Papa Giovanni XXHI. Sa, uno legge tanti libri, e poi qualcosa in testa gli rimane. Ebbene, a Papa Roncalli capitò, quando era nunzio apostolico in Francia, di sbucciare una mela e offrirla a una signora. Lei se ne meravigliò molto, chiese il perché. E lui le ricordò che Eva si accorse di essere nuda proprio solo dopo aver mangiato una mela». Antonella Rampino Il manifesto di don Silvio

Persone citate: Bianca Micacchioni, Fantozzi, Papa Giovanni, Papa Roncalli, Ragazzini, Ugo Pagliai

Luoghi citati: Alba Adriatica, Cassino, Francia, Nereto, Teramo