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Blitz «unti mucca pazza» Nel mirino 76 aziende Importazioni irregolari, indagine in tutta Italia Blitz «unti mucca pazza» Nel mirino 76 aziende TORINO. Una nuova fabbrica di gelatine chiusa, altre 75 aziende destinate a bloccare la produzione nei prossimi giorni. Sono gli sviluppi dell'inchiesta del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, titolare dell'unica indagine «anti mucca pazza» in tutt'Italia, che lavora da settimane con il ministero della Sanità sull'importazione illegale di carni dall'Inghilterra, e sulle industrie che trasformano scarti di conceria in prodotti alimentari per l'uomo. Dopo lo «stop» alla «Italgelatine» di Santa Vittoria d'Alba, il ministero ha ora sospeso la produzione di gelatine della «Figli di Guido Lapi spa» di Empoli. Motivo: carenze igienico-sanitarie, assenza dell'autorizzazione ministeriale necessaria a chi produce alimenti di origine animale. Ma, soprattutto, Guariniello avrebbe accertato l'uso di «spaccature» (un derivato dalla concia di pelli di mucca) di provenienza dubbia. E, al di là del sospetto sul Paese di importazio¬ ne, in questi giorni si discute, a Roma, proprio dell'opportunità di usare questo scarto di conceria negli alimenti. E' invece certo il divieto di usare cotenne di Paesi extra Cee, cosa che sarebbe accaduta, almeno per il pm, alla «Italgelatine»: la legge lo consente solo nei mangimi. Nei prossimi giorni chiuderanno i battenti altre 75 aziende (9 delle quali piemontesi) che producono gelatine, estratti di carne, «ciccioli», farine di carne, cotenne in polvere, sangue e plasma salati ed essiccati. Avevano chiesto l'autorizzazione a produrre alimenti derivati da tessuti animali, ma Roma ha negato il permesso. Mancava l'attestazione del rispetto dei requisiti di legge. Quanto al filone d'indagine sull'importazione di carni fresche dal Regno Unito, la documentazione della procura è ora all'esame di una commissione d'inchiesta sulla «mucca pazza» creata dall'Ue a Bruxelles. [g. fav.]