D'Alema e Berlusconi: trattiamo di Alberto Rapisarda

Il leader di Fi sulle riforme: la Costituente è la via, ma non confondiamo mezzi con fini Il leader di Fi sulle riforme: la Costituente è la via, ma non confondiamo mezzi con fini V.Alema e Berlusconi; trattiamo La paura del grande Centro apre uno spiraglio TRAI POLI INTESA POSSIBILE ROMA IC0M1NCIAM0 a discutere k delle riforme da fare io e te, Berlusconi e D'Alema, noi che al sistema bipolare-maggioritario ci crediamo veramente. Questo è il senso vero dell'intervista data ieri al Giornale dal capo del Polo. Intervista dalla quale era stata estrapolata solo la proposta di un'assemblea da eleggere col sistema proporzionale per riformare la Costituzione. Gli alleati di Berlusconi hanno reagito sollevando una cortina fumogena di dichiarazioni favorevoli alla Costituente, per coprire il resto dell'intervista. Che è un ritorno in campo di Berlusconi che bacchetta Fini (che ha voluto le elezioni anticipate), gli «oltranzisti» di Forza Italia (che gli hanno impedito il dialogo con D'Alema sulle riforme che si potevano l'are) e i centristi Casini e Buttigliene che sognano il «grande centro» col ritorno al sistema proporzionale. Massimo D'Alema ha capito benissimo il senso del messaggio ed ha immediatamente risposto a Berlusconi, con un sospiro di sollievo: «Evitando un'inutile polemica sull'assemblea costituente, conver¬ rebbe ripartire dalle possibili convergenze sui contenuti delle riforme. Lo ritengo molto più importante della disputa sui mezzi per farle». A proposito dei «mezzi» il segretario del pds osserva con toni accomodanti che «ci sono opinioni diverse, però è anche legittimo ritenere che si possa trovare una strada più rapida di quella dell'assemblea costituente». Che, come ha spiegato il vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, richiede che prima si modifichi la Costituzione per permetterne il varo. Se ne riparlerebbe tra un anno e mezzo o due. Obiezione che deve aver colpito Berlusconi. Il quale subito fa replicare dal suo capogruppo alla Camera, Pisanu, che la Costituente è «la via maestra» ma che, «tuttavia nessuno deve confondere i mezzi con i fini». Che è parso un richiamo all'ordine per il confuso dibattito innescato dagli alleati sulla Costituente. Si comincia con An, che è stata chiaramente colta di sorpresa dalla sortita del cavaliere. Il colonnello di Fini, Gasparri, era dubbioso: «Non ne abbiamo ancora discusso. Fini ne parlerà con Berlusconi». Ma Adolfo Ureo, il consigliere, ha sottolienato che con la Costituente si legittimerebbe totalmente An. A sera Fini, col tono di volere impedire a Berlusconi una ritirata, ha accettato la Costituente perché «avendola avanzata in modo esplicito Ber- lusconi, è già la proposta del Polo». E quindi, se l'Ulivo dicesse «no», «sarebbe difficile tradurre il possibile dialogo con qualcosa di concreto». Fini è già in allarme per la temuta ripresa di dialogo diretto tra Berlusconi e D'Alema. Lui lo fa perché tornerebbe in un ruolo subalterno. I centristi del Polo hanno altro da temere. Su di loro cade l'anatema di Berlusconi, che li accusa di aver voluto far fallire il ten¬ tativo di governo di Maccanico, assieme agli «oltranzisti dal massimalismo verboso» (Martino). Per realizzare veramente il sistema bipolare-maggioritario, sostiene il capo del Polo, bisogna riformare l'architettura dello Stato «trovando un punto di intesa con le forze disponibili all'interno dell'Ulivo». Perché anche D'Alema è accerchiato, dice di fatto Berlusconi. «Le contraddizioni attraversano sia l'Ulivo che il Polo», in entrambi gli schieramenti c'è chi «vuole tornare al grande centro, al sistema proporzionale, alla palude del consociativismo. Questo è lo scontro in atto». Uno scontro confuso, dove alleati e avversari non si possono riconoscere dal colore della divisa del rispettivo polo. Scontro che si annuncia difficile per i paladini del sistema dell'alternanza, circondati da tanti che non ci credono per niente. Bossi, che teme come Fini di rimaner tagliato fuori, ieri commentava con sospetto la Costituente proposta da Berlusconi (e chiesta dalla Lega): «Strano. Pensano di rendere transitorio il governo?». Alberto Rapisarda Fini e Bossi in allarme per il dialogo diretto Temono di tornare in un ruolo subalterno Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi

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