Il Csm? Non ha poteri

Il Csm? Non ha poteri Il Csm? Non ha poteri E i magistrati aggirano i divieti ■ - - ! mrm -twt- wmmwmàmk ARBITRATI NEL MIRINO LROMA O stop del Csm agli arbitrati fatti dai giudici arrivò un anno fa. L'allarme era appena venuto dal Secit, il pool di investigatori del fisco: ci sono giudici che guadagnano milioni con gli arbitrati e non li denunciano nelle dichiarazioni dei redditi. Giudici evasori, dunque, e tra i nomi che circolarono c'era anche quello di Filippo Verde, il magistrato di Cassazione arrestato quattro giorni fa dai suoi colleghi di Perugia con l'accusa di corruzione. Il Consiglio superiore approfittò del nuovo scandalo per bloccare tutte le autorizzazioni agli arbitrati, il più redditizio degli incarichi extragiudiziari. Poi venne anche una legge che vietava il ricorso all'arbitrato per gli appalti pubblici, ma durò ben poco. Una serie di decretilegge sempre reiterati abolì quel divieto fino a ripristinare gli arbitrati, definiti da ul- timo in una nuova normativa che - nell'interpretazione data dal Csm - rendeva facoltativa e non più obbligatoria la presenza delle «toghe» nei collegi che risolvevano privatamente le controversie. Un motivo in più, per il Consiglio, per continuare sulla «linea dura» di dire no alle richieste dei giudici di partecipare agli arbitrati. Ma an¬ che così il braccio di ferro tra organo di autogoverno e giudici che vogliono questo tipo di incarico extragiudiziario è continuato, con i ricorsi al Tar e, in appello, al Consiglio di Stato. Ricorsi che il più delle volte vengono vinti dagli interessati e annullano i dinieghi del Csm. Fino a tutto il 1994, l'andazzo era di oltre duecento autorizzazioni all'anno, un giro di guadagni di svariate decine di miliardi. Perché l'onorario del giudice è in percentuale sul valore della causa da dirimere, che a volte è molto elevata. «In teoria spiega Marco Pivetti, consigliere di Magistratura democratica -, è addirittura possibile che gli arbitrati vengano svolti nonostante il nostro divieto, in previsione del fatto che poi sarà annullato. Notizie di arbitrati fatti senza autorizzazioni però non ne abbiamo, anche perché scatterebbero gli estremi per l'azione disciplinare». Quello degli arbitrati e dei guadagni milionari o miliardari al di fuori del lavoro d'ufficio è da anni uno dei capitoli della questione morale che investe i magistrati. Per questo adesso i rappresentati dell'Associazione magistrati e del Csm plaudono alla dichiarazione di Di Pietro. «Noi sosteniamo da tempo una legge che vieti tutti gli incarichi extragiudiziari - dice Nino Abbate, presidente dell'Anni -, proprio per evitare appannamenti all'esercizio della funzione giurisdizionale. Di Pietro, da ex magistrato, conosce bene la posizione dell'Anni, e gli saremmo grati se nelle sedi opportune si facesse promotore di un'iniziativa per realizzare questo progetto». A Palazzo dei Marescialli, sede del Csm, sono tutti d'accordo, anche se - spiegano - il vero nodo è proprio nei componenti del Consiglio di Stato, che partecipano agli atrbitatri e danno ragione a chi fa ricórso contro le decisioni del Csm. «Di Pietro - dice con una punta polemica il "laico" di Forza Italia Agostino Viviani - non scopre affatto l'America, e si fa bello con le piume di un altro animale. E non spetta a lui, ma al Parlamento cambiare la legge». [gio. bia.] Nel 1994 oltre duecento autorizzazioni con guadagni di svariate decine di miliardi Nino Abbate presidente dell'Associazione magistrati

Persone citate: Agostino Viviani, Di Pietro, Filippo Verde, Marco Pivetti, Nino Abbate

Luoghi citati: America, Perugia