«Bene, ripartiamo subito» Plauso dei costruttori al ministro ex pm

«Bene, ripartiamo subito» «Bene, ripartiamo subito» Plauso dei costruttori al ministro ex pm I PROGETTI BLOCCATI UROMA N coro d'applausi a Di Pietro. Protagonisti i costruttori e imprenditori edili, bloccati per anni dalla vischiosità di Tangentopoli, come anche i sindacati di categoria, che sperano in un rilancio dell'occupazione. Al suono dello slogan «Riapriamo i cantieri», la popolarità del neoministro dei Lavori pubblici ha registrato un'impennata. «Il nostro commento non può che essere positivo - intona Vico Vaiassi, imprenditore di Lecco e presidente dell'Ance, l'associazione che riunisce i costruttori edili - siamo in sintonia con Di Pietro, con i suoi indirizzi programmatici e operativi che vanno verso una riattivazione del settore nel rispetto dei criteri di concorrenza, trasparenza e responsabilizzazione dell'impresa e della pubblica amministrazione». Incalza l'ing. Dario Crespi, presidente della Impregilo International: «Sottoscrivo in pieno. E' tempo di ristabilire un clima di fiducia. L'impresa si deve responsabilizzare, con garanzie di offerta, di buona esecuzione e abbiamo bisogno di avere di fronte un'amministrazione lbite e competente. Perché si deve discutere fra gente seria. Sono d'accordo perciò anche su quella che Di Pietro ha chiamato "la sindrome della firma", che blocca l'amministrazione. Speriamo che riesca a centra-e anche questo obiettivo, magari d'intesa con il suo collega della Giustizia. E' indispensabile superare questa sindrome: troppi cantieri in sofferenza». La stessa soddisfazione per l'impegno di Di Pietro la esprime anche l'Istituto grandi infrastrutture. Dichiara infatti il suo presidente, Giuseppe Zamberletti: «Siamo d'accordo con lui. Adesso bisogna risolvere la selva di ricorsi, i contenziosi di natura burocratico-amministrativa per rimettere in moto le grandi opere». Appunto, perché sullo sfondo si sono inceppati progetti per migliaia di miliardi, lavori iniziati e poi bloccati dalla giustizia sull'onda lunga di Tangentopoli. Basta an- dare a riprendere il Libro bianco di Dini dell'anno scorso e poi finito nel dimenticatoio, ma che potrebbe essere rispolverato ora da Prodi e Di Pietro. Decine, anzi centinaia di progetti, infrastrutture nei trasporti, viabilità, edilizia, nel settore idrico, dell'energia, dell'industria, dell'ambiente: dall'università della Calabria, alla bonifica di Bagnoli, dalle reti idriche nel Sud, all'autostrada Salerno-Reggio, dal Treno alta velocità sulle tratte FirenzeBologna e Roma-Napoli alle centrali in Puglia, Sardegna, Campania fino al gasdotto Italia-Algeria. Insomma una selva di realizzazioni per centomila miliardi da diluire nei prossimi tre anni. «L'8 per cento di queste opere so¬ no immediatamente cantierabili» dicono i costruttori e quasi la metà sono invischiate in contenziosi di carattere amministrativo. Basterà adesso l'impegno di Di Pietro a rimettere in moto questi cantieri? «Due commissioni stanno già verificando i lavori fermi - dice il presidente dell'Ance, Vaiassi - contiamo su Di Pietro perché imprima una spinta di celerità. Ci piace che abbia posto al centro l'idea del progetto: così si scarteranno le offerte fasulle, le varianti in corso d'opera, si lavorerà all'insegna dei prezzi sicuri in tempi certi. Noi siamo pronti, per lo sviluppo delle città, le reti di interconnessione, la manutenzione programmata. Il nostro settore può offrire una rapida risposta alla disoccupazione: per ogni miliardo di investimento si devono calcolare 15 addetti». Nuovi posti di lavoro all'orizzonte? La Filca-Cisl è «d'accordo sull'urgenza di riaprire i cantieri», ma insiste sulla selezione delle imprese che abbiano operato legalmente sul mercato. La Fillea-Cgil mette invece in guardia: se il blocco è stato deciso per scempio del territorio, il cantiere non va riaperto e la magistratura deve procedere. La Feneal-Uil concede «una grande fiducia in Di Pietro; la sua esperienza per la tutela dei lavoratori e la certezza contrattuale verrà utile». [p. pat.] Zamberletti: rimettere in moto le grandi opere A destra: il presidente del Consiglio Romano Prodi A sinistra: Giuseppe Zamberletti

Luoghi citati: Calabria, Campania, Lecco, Napoli, Puglia, Roma, Salerno, Sardegna