Di Pietro : riaprire i cantieri di Ugo Bertone
Il ministro dei Lavori pubblici agli industriali di Varese: ma rispettiamo leggi e ambiente Il ministro dei Lavori pubblici agli industriali di Varese: ma rispettiamo leggi e ambiente Di Pietro: riaprire i cantieri «I giudici non facciano arbitrati» VARESE DAL NOSTRO INVIATO «E' presto per andare sul concreto», attacca il fresco ministro Antonio Di Pietro, davanti alla platea degli industriali di Varese. Ma... «Ma mi rendo conto - prosegue subito - che come ministro dei Lavori Pubblici qualcosa sugli impegni che voglio prendere devo pur dire». E per dire, Tonino il ministro dice. A modo suo. Senza tanti giri di parole ma badando al sodo, leggendo con foga sette paginette al fulmicotone. «In questo momento - è l'esordio - il vero problema è la sindrome della firma. Amministratori e funzionari pubblici hanno paura ad esporsi a conseguenze penali». «Ma ora - e fissa bene il suo pubblico di imprenditori - è tempo di ricostruire la fiducia...». Come? Meglio i fatti delle parole perciò, aggiunge Di Pietro, «da subito dovranno essere riaperti quei cantieri i cui lavori sono stati sospesi per motivi giudiziari o ad essi connessi. Gli uffici ministeriali sono stati da parte mia già attivati per rimuovere gli ostacoli». Buone intenzioni? Qualcosa di più perché Di Pietro, in meno di mezz'ora, disegna un vero e proprio piano di battaglia a tutto campo. L'obiettivo, evidente, è di far ripartire una macchina complessa e pericolosa. Senza fare sconti per nessuno, nemmeno agli ex colleghi magistrati. «Sarà necessario chiude - riconsiderare per il futuro il giudizio arbitrale per le perplessità su talune decisioni che ha su- scitato. Per quanto mi riguarda, mi batterò per escludere dagli arbitrati tutti i magistrati in servizio, di qualsiasi ordine e grado siano. Non si può tenere un piede in due scarpe...». Alla fine dalla platea inchiodata sulle poltrone arriva un discreto applauso. «Una relazione pragmatica - commenta Irene Pivetti chissà se riuscirà a tradurla in azione politica...». «Come impren¬ ditore - aggiunge Giorgio Fossa, neopresidente di Confindustria non posso che sottoscrivere quanto ha detto. Avrà tutto l'appoggio di Confindustria, per quanto possibile. Ma il problema più grosso per il ministro è riuscire ad applicare un programma così...». Eppure Antonio Di Pietro saluta l'uditorio dicendo che questa «è solo una buona base di partenza per un cammino lungo e complesso». Ed eccola, a tappe, questa base di partenza che tanta meraviglia ha suscitato. Per prima cosa, il ciclone Di Pietro dovrebbe investire T amministrazione. L'ex pm avverte infatti che il ministero sarà gestito in «un'ottica manageriale». Al proposito, «già ho dato - aggiunge - disposizioni per un piano globale di ristrutturazione aziendale, avvalendomi anche di collaborazioni esterne». Poi si dovrà incidere sui bubboni storici dell'inefficienza pubblica e privata: le amministrazioni do¬ vranno programmare gli investimenti, promuovere per tempo gli strumenti urbanistici e amministrativi per far decollare i lavori già approvati; il Tesoro dovrà dire, fmalmente, di quali e quanti quattrini si potrà disporre per davvero per programmare la spesa. E sull'arretrato? Su tutte le questioni (tipo fondi ex Gescal o Anas) in cui si registrano lungaggini e ritardi colpevoli cadrà la spada del neoministro. «E' un fenomeno da estirpare - spiega - ricorrendo ai provvedimenti sostitutivi del governo previsti dalla legge». Certo, aggiunge Di Pietro, occorre un Testo Unico. Ma per ora diamo attuazione alla legge quadro (e chi sperava in una revisione della Merloni è servito...) e rispettiamo le regole dettate da Bruxelles. Il problema, poi, non è di far fuori tutte le formule contrattuali che, ai tempi di Tangentopoli, erano servite per favorire comportamenti illeciti. Ben tornino, le forme di collaborazione tra pubblico e privato in opere pubbliche, afferma rassicurante il ministro. Ma sia chiaro, aggiunge Di Pietro, che «se il progetto rivela crepe il professionista e il funzionario dovranno risponderne». «E se qualcuno tentasse qualche arricchimento personale con atti corruttivi e collusivi - aggiunge Antonio Di Pietro con tono di studiata indifferenza - egli dovrà subire l'inesorabile azione giudiziaria..». E un brivido percorre Villa Ponti a Varese. Ugo Bertone di vero problema è la sindrome della firma Gli amministratori temono i rischi penali» Il ministro del Lavori pubblici Antonio Di Pietro
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