«Pietro Venezia non deve morire»
Domani la Corte Costituzionale decide se è giusto consegnarlo agli Usa Domani la Corte Costituzionale decide se è giusto consegnarlo agli Usa « Pietro Venezia non deve morire» Appello alla vigilia della sentenza sulVestradizione UNA VITA IN BILICO ROMA. Per Pietro Venezia il giorno del giudizio cade domani. Domani la Corte Costituzionale si pronuncerà sul suo caso di cittadino italiano accusato di un omicidio avvenuto negli Stati Uniti, e su cui pende una richiesta di estradizione in Florida, stato che prevede per quel reato la pena di morte. Lui intanto aspetta in una cella del carcere di Rebibbia. In suo favore si è mobilitata l'associazione «Nessuno tocchi Caino», la cui voce è stata ascoltata dalla Commissione europea per i diritti dell'uomo, mentre gli avvocati difensori riuscivano a far accogliere il ricorso contro l'estradizione dal Tar del Lazio. Ora tocca alla Corte Costituzionale: è giusto o no che l'Italia, che ha abolito totalmente la pena di morte, consegni un suo cittadino nelle mani di chi la pratica? Nei giorni scorsi Pietro Venezia ha rivolto un appello al nuovo ministro della Giustizia, «per non finire sulla forca», e i deputati delll'Ulivo Giovanna Melandri e Antonio Soda hanno rivolto al governo un'interpellanza in cui si chiede la revoca dell'estradizione (firmata a dicembre da Lamberto Dini, allora ministro della Giustizia ad interim). Sul caso Venezia è intervenuto - attraverso «Nessuno tocchi Caino» - il professor Beniamino Caravita, ordinario di Diritto costituzionale a Perugia. «Bandire la pena di morte non significa solo non applicare la pena di morte nel nostro Paese, ma vuol dire anche che l'Italia non può concorrere in alcun modo all'inflizione o all'esecuzione, in altri Stati, della pena capitale». E ha aggiunto: «La Corte Costituzionale dovrebbe dichiarare costituzionalmente illegittimo il Trattato di estradizione e l'articolo 698 c.p.c. nella parte in cui non offrono la certezza assoluta della non irrogazione o non esecuzione della pena capitale, o quantomeno fissare, con una se vera e rigida sentenza interpre tativa di rigetto, le condizioni minime che devono essere sussi stenti affinché le garanzie possa no essere ritenute sostanzialmente sufficienti e non si riducano ad un mero fatto formale». Venezia intanto aspetta. Di origine pugliese, 44 anni, faceva il ristoratore. Gli affari lo hanno portato in Florida, e qui, la vigi ha del Natale del '93, ha ucciso un esattore fiscale che gli aveva bloccato il conto bancario. Poi era riuscito a fuggire e a tornare in Italia, dove però la situazione era precipitata Finito in carcere, tra l'Italia e gli Stati Uniti era iniziata una intensa trattativa sul destino giudiziario dell'imputato, accusato di omicidio di primo grado aggravato dalla fuga e da altre circostanze. Vale a dire: sedia elettrica. A fine dicembre '95 arriva la notizia che trasforma la vicenda di Venezia in un caso: Lamberto Dini firma («di nascosto», accusa l'avvocato difensore, Michele Rossetti), il decreto che lo consegna alla giustizia americana. La famiglia di Venezia s'indigna: «Nessuno ci ha informati. Ci vergogniamo per tutta l'Italia». Si organizzano sit-in davanti a Montecitorio, il senatore Alò, primo firmatario di una petizio¬ ne contro l'estradizione, dice «si rischia un nuovo caso Baraldini». L'allora sottosegretario alla Giustizia Marra aveva ricevuto una delegazione di sostenitori di Venezia, e aveva loro fornito ampie rassicurazioni sulla sua sorte, tutte basate su una serie di documenti richiesti agli Usa da Dini, in cui si garantiva che se anche la pena di morte fosse stata comminata, non sarebbe comunque mai stata eseguita. E pure dalle autorità della Florida erano giunte a Roma le stesse garanzie: non esecutività della eventuale pena di morte, e non inflizione della stessa. Ma lui, l'imputato, la sua famiglia, il suo legale, e tanti altri, di quelle «sicurezze» non si fidano. «In causa - dice "Nessuno tocchi Caino" - ci sono la credibilità dell'impegno preso dagli Stati Uniti ma anche la legittimità dello stesso Trattato di estradi zione fra Italia e Usa. Su questo si deve pronunciare la Corte Co stituzionale». [bru. gio.] L'uomo è accusato di aver ucciso un esattore fiscale in Florida Rischia la sedia elettrica £w^> A sinistra una manifestazione a favore di Pietro Venezia accusato Qj primo grado in Florida A fianco, una veduta di Miami
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