La Chiesa dei dimenticati
La disperata resistenza degli ultimi religiosi bianchi La disperata resistenza degli ultimi religiosi bianchi La Chiesa dei dimenticati LA basilica di Notre Dame de l'Afrique presidia da un dirupo il bianco sfiorito di Algeri. Sotto la sua ombra si stende il groviglio di Bab el Oued, e sulla sinistra, a un palmo, c'è il mistero ostile della casbah: è l'altra città, quella dove il fondamentalismo alimenta la retrovia della sua guerra spietata e amministra la sua Legge. Ci vuole coraggio per salire le stradette ripide e tortuose, che anche i militari percorrono con cautela, in assetto di guerra. Attorno alla chiesa trovi bambini che giocano a pallone, vecchi seduti su marmi consumati dal tempo. In questa scaglia di storia perduta come un segno fossile, è rimasto uh prete francese, uno di quelli che neppure il terrore, i compagni sgozzati, il silenzio dei fedeli fuggiti è riuscito a cacciare. Nella navata, sempre deserta, che porta come un mutile blasone i mille ex voto lasciati invano da pied noir e soldati, racconta che ormai di cattolici non ce ne sono più, solo qualche vecchio colono che per il terrore non esce di casa, alcune suore. E lui è diventato, nonostante la guerra civile, nonostante le fiamme dell'odio, il curato di un gregge di musulmani: «perché con loro posso par- La C icati lare il comune linguaggio della povertà e della speranza». Il rettore non ha guardie armate, la basilica non è presidiata dai ninja dell'antiterrorismo, è difeso, come i sette monaci uccisi, solo dal suo coraggio. Notre Dame, assediata da una Storia crudelmente diversa, è il simbolo della Chiesa di Algeria, della sua solitudine e della sua ostinazione. Padri bianchi, gesuiti, trappisti sono rimasti a testimoniare nel cuore di un Paese dove la religione è diventata lo strumento di una feroce avventura politica, la voce della tolleranza e del dialogo. Nonostante tutto. Nell'Algeria coloniale i loro nemici erano proprio i funzionari della Repubblica, con le loro orgogliose bandiere del laicismo e della modernità. Anche per questo non hanno benedetto le ban,diere dèi para di Massu, ma scelto spesso i vessilli della rivolta. Guidati da un cardinale, Duval, che i pied noir e l'Oas, per spregio, avevano ribattezzato «Mohamed Ben Duval». Oggi nessuno lo ricorda. I fondamentalisti li uccidono. Il governo non ha sprecato per auei sette anziani massacrati nemmeno una parolai Domenico Quirico Così Piantò ha ricordato su «Le Monde» il sacrifìcio dei monaci
Persone citate: Domenico Quirico, Duval, Massu, Mohamed Ben
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