«Stefania racconta solo grosse bugie»

«Stefania racconta solo grosse bugie» «Stefania racconta solo grosse bugie» LA PAROLA AL COLONNELLO ZUIN PMILANO ER il colonnello Paolo Zuin, quelle raccontate da Stefania Ariosto sono solo «delle grandi bugie». Lo dice e lo ripete questo ufficiale delle fiamme gialle, un tempo collaboratore di Piercamillo Davigo, poi suo imputato per dodici episodi di corruzione, poi in carcere e due volte condannato. «Mi trovo a sorpresa in questa vicenda», dice. E guarda i giornali aperti sulla scrivania nello studio dei suoi avvocati. Scorre quei titoli che lo tirano in ballo per una storia del '91, quando - dice la teste «Omega» - andò da lei a chiederle di collaborare per «incastrare» Silvio Berlusconi. Ricorda, colonnello Zuin? «Neanche un po'. Ma che c'entro io con questa storia?». Beh, nel verbale del 27 luglio Stefania Ariosto... «Ecco, se il verbale è dell'estate scorsa, perché non sono mai stato interrogato? Perché nessuno è venuto a chiedermi qualcosa? Io non so niente di niente». Allora lei non ha mai conosciuto il teste «Omega»? «Il suo nome, giornali degli ultimi mesi a parte, non mi dice proprio nulla. Ma non posso escludere di essermi occupato di lei o del suo negozio di antiquariato. Quando ero comandante del Gruppo verifiche delle Fiamme gialle facevamo anche 120 ispezioni all'anno, certo non partecipavo a tutte». Anche alla Mondadori, anche in una delle aziende del Gruppo Berlusconi? «Assolutamente no. Vuole una prova? Non sono mai stato indagato per vicende di corruzione legate ad aziende di Silvio Berlusconi. Né sono mai stato interrogato dai magistrati del pool, su questo argomento o sulla Mondadori». La signora Ariosto però ha dei ricordi precisi. Dice che con lei c'era pure il tenente Zoppini? «E' vero, Zoppini era un mio collaboratore. Ma ricordo che lasciò il gruppo che dirigevo per passare ad altro incarico, qualche mese prima dell'aprile '91, quando venni ricoverato in ospedale. Un mese dopo, una volta guarito, venni trasferito al Comando Legione Milano, e non mi occupai più di verifiche. Quindi, per come racconta la teste, quel fatto può essere avvenuto solo nei primi giorni di gennaio di quell'anno». E quella storia della fotografia? «Omega» dice che vedendo uria sua foto insieme a Berlusconi e a Mondadori, lei - o chi per lei - le fece una proposta di collaborazione in cambio dell'immunità fiscale? «Ma andiamo, non è possibile. Lo ripeto: non mi sono mai occupato di Berlusconi, non mi sono mai occupato di Mondadori. Perché avrei dovuto caricarmi di altro lavoro?». C'era in ballo Berlusconi... «Ma le verifiche su di lui e sulle sue aziende sono successive a quando ho lasciato l'incarico. E poi nel '91 Mani pulite non esisteva ancora, Silvio Berlusconi era solo un imprenditore, non era nemmeno entrato in politica». Quindi lei esclude che a Stefania Ariosto abbiano offerto un patto: tu collabori e in cambio ti diamo l'immunità? «Nemmeno il generale o il ministro delle Finanze può promettere una cosa del genere». Non dica che per perseguire un illecito finanziario minore si tralasciano piste importanti... «Non facciamo fantascienza. Se in una verifica fiscale per un illecito da cinquanta milioni qualcuno promette di farci recuperare 20 chilogrammi di stupefacenti, facciamo i nostri conti...». Lei nega quell'episodio, lei nega di aver mercanteggiato con Stefania Ariosto. Allora perché la tira in ballo? «Vorrei saperlo anch'io. Da quando ho letto questa storia sui giornali non faccio che delle ipotesi». Prego. «La più banale è che la signora Ariosto voglia apparire come concussa, con quei miliardi che deve aver pagato per gli illeciti fiscali». E la meno banale? «Non nascondo che il mio nome appare spesso sui giornali da quando nel '94 mi hanno arrestato. Magari la signora Ariosto avrà parlato genericamente di militari delle Fiamme gialle...». Sta dicendo che qualcuno l'ha imbeccata? «Magari in buona fede. Lo ripeto, il mio nome è apparso spesso, di questi tempi». Sarà arrabbiato, con la teste «Omega»... «Sto valutando insieme ai miei legali, Franz Sarno e Daniela Dawan, se denunciarla per calunnia o diffamazione». [f. poi.] L'ufficiale delle Fiamme gialle: «Non mi sono mai occupato di Berlusconi né di Mondadori» «Offrire l'immunità in cambio della sua collaborazione? Manco un ministro può farlo» La sede milanese della Guardia di Finanza A sinistra: Stefania Ariosto con gli uomini della sua scorta In alto: la supertestimone in compagnia di Vittorio Dotti

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