Tensione nell'Ulivo E l'apertura di Mussi rilancia la Costituente di Alberto Rapisarda

Tensione nell'Ulivo Tensione nell'Ulivo E l'apertura di Mussi rilancia la Costituente ROMA. Riprende la telenovela delle riforme da fare (quali, come, quando) ed è come un venticello leggero che comincia a far frusciare le fronde dell'Ulivo. Perché il problema riforme (presidenzialismo, legge elettorale maggioritaria secca, federalismo) è il punto debole della maggioranza di governo. Quello che, alla lunga, potrebbe creare difficoltà. Ci sono, infatti, i popolari (e Prodi?) che respingono il presidenzialismo e propongono il sistema tedesco del cancellierato e D'Alema, dall'altra parte, che era disposto a trovare un accordo col Polo sul semipresidenzialismo alla francese. L'Ulivo era comunque concorde nel respingere la assemblea costituente (eletta col sistema proporzionale) chiesta dalla Lega e favorevole a far fare le riforme da una commissione parlamentare. Questo fino a sabato. Quando il neopresidente del gruppo della sinistra democratica, il pidiessino Fabio Mussi, ha aperto uno spiraglio alla assemblea costituente, addirittura in indiretta polemica col neopresidente della Camera, Luciano Violante, anche lui pidiessino. Il quale aveva appena detto «no» alla costituente. «Consiglierei a tutti prudenza prima di assumere posizioni definitive. Mi sento di essere meno perentorio e definitivo di altri miei compagni» aveva detto Mussi, mettendo così in discussione la linea del segretario D'Alema, che è della stessa opinione di Violante. E cominciano a stormire anche le foglie della Quercia, dove si stanno preparando al congresso di autunno. Con D'Alema favorevole alla trasformazione del pds in sinistra socialdemocratica, e gli occhettiani favorevoli al «partito democratico» che raccolga anche i centristi. L'uscita di Mussi (fu occhettiano) dal coro potrebbe essere il primo segnale di battaglia precongressuale. Per evitare di infilarsi nel ginepraio delle riforme, il presidente del Consiglio Prodi ha enfatizzato molto al Senato la ricerca di soluzioni federaliste (utili anche a ristabilire un migliore rapporto con la Lega), ma non si è sbilanciato sulle altre riforme, rimettendosi al Parlamento. Il Polo l'ha capito e si è buttato di corsa a far polemica sulla necessità di eleggere una assemblea costituente col sistema proporzionale alla quale affidare il compito di riformare la Costituzione. Polemica che per l'opposizione allo sbando è un modo per trovare almeno una occasione per stare uniti, tentando contemporaneamente di costruire un ponte verso la Lega. «E' un fatto di grande rilevanza la disponibilità della sinistra, annunciata dal capogruppo parlamentare Mussi, a ragionare sull'assemblea costituente - ha rilevato interessato Pierferdinando Casini, segretario del Ccd -. Le grandi riforme che l'Italia attende esigono una legittimazione popolare, una indicazione diretta dalla gente». Questo dice il centrista del Polo mentre pensa (e fa capire) che potrebbe rimettersi in moto in questa maniera l'incontro tra centristi e Ulivo: «La Lega e il Polo possono convergere su questa ipotesi con la parte più illuminata della sinistra». Magari, scavalcando Prodi, par di capire. Nulla di serio, al momento. Per il Polo si tratta di azioni di assaggio e con motivazioni diverse. La costituente la chiede anche An (Alemanno), per esempio, sperando di ridar fiato al partito con una campagna presidenzialista. E per arrivare ad una vera alternanza di due blocchi, come vorrebbe anche D'Alema. Diversamente da quel che sperano i centristi delle due sponde. Alberto Rapisarda

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