La catena «Millionaire» Un sogno per ventimila

Roma: il raduno dei consulenti che si arricchiscono con la vendita di tessere-sconto IL NUOVO GURU DELLA PERSUASIONE Roma: il raduno dei consulenti che si arricchiscono con la vendita di tessere-sconto » La catena «Millionaire Un sogno per ventimila SROMA I scrive «network marketing», si legge catena di Sant'Antonio. Certo, non quella a base di lettere minatorie e iettatone. Anche se nella nuova frontiera della vendita vale sempre la tecnica antica del passaparola. E insieme alla parola si vende sempre la promessa di affari d'oro. Cambia il ruolo degli anelli della catena - o, meglio, della rete - tutti arruolati in veste di agenti di commercio, forse futuri Paperon de' Paperoni. Come fare per arruolarsi in quésto esercito? Semplice: basta pagare una quota d'ingresso e diventare consulenti dell'azienda madre, per cui vi impegnate a vendere prodotti e servizi del catalogo ma soprattutto ad affiliare altri consulenti. Questo è anche ciò che accade nel network «Millionaire» - rete di venditori di tessere per acquisti scontati e punti regalo in negozi convenzionati - creatura di Virgilio Degiovanni, trentenne milanese che ha creato un impero. Più di 20 mila consulenti che ieri e oggi si sono dati appuntamento al palazzo dello Sport dell'Eur. Una convention in grande stile, una maratona della persuasione con un unico protagonista, lui, Degiovanni, definito «un guru». Ma guai a chiamarlo così e ad acccostare la sua creatura alla catena di Sant'Antonio: «Il network marketing è una cosa seria. Prima di tutto non è una catena ma una rete». Guai anche a ricordargli dell'indagine che il pm di Roma Giuseppe Corasaniti ha aperto dopo la denuncia di una società concorrente che lo accusa di concorrenza sleale e di violazione sulla legge sul diritto d'autore per aver «copiato» un catalogo premi. «E' una storia assurda - spiega lui - fuori dal mondo. Non è vero. Inoltre il catalogo è prodotto da un'altra società». A guardarlo sul palco, su uno sfondo rosso fuoco come il logo del suo giornale «Millionaire» - figlio primogenito e prediletto - tornano alla mente le immagini del lancio di Forza Italia. Stessa musica coinvolgente, stesso carisma del padrone di casa, perfetto self made man, stessa platea estasiata. C'è addirittura Mike Bongiorno che in video incita ad abbracciare la causa. E non mancano i kit, valigette da uomo d'affari con dentro penna simil lusso, manuale del perfetto venditore, agende da business, e naturalmente la «millionaire vip card». Importantissime le spillette d'ordinanza con una grande lettera «M». Alla convention di Roma tutti le portano. Servono per marcare l'appartenenza al «gruppo» e distinguere, a seconda che siano d'argento, d'oro o addirittura con brillanti e rubini, il grado di successo dei consulenti. Folgorati dalla nuova frontiera del marketing sono uomini e donne, quasi tutti giovani o giovanissimi che vengono da tutte le parti d'Italia. Come Alessandro Censi Buffarmi, 27 anni, romano che per «Millionaire» ha abbandonato il suo posto in un'agenzia di viaggi dove guadagnava circa 1 milione e 600 mila al mese. Come dargli torto, visto che adesso porta a casa, dice lui, almeno otto milioni al mese? Per di più gran parte di questo piccolo patrimonio arriva nelle sue tasche senza che debba muovere un dito. Sono le percentuali che gli spettano dal lavoro delle persone che è riuscito ad affiliare. Stessa storia per Maurizio Spadini, com- mercialista di 35 anni che giura, nonostante i dieci milioni al mese di guadagno dichiarati, di avere l'intenzione di dedicarsi sempre più a «Millionaire» e meno allo studio. Per capire meglio questo che sembra un pozzo di San Patrizio vediamo come si guadagna con «Millionaire». Sembrerebbe un gioco da ragazzi. Una parte dell'incasso si fa in percentuale alle vendite dirette di tessere «vip» (che costano 198 mila lire) e di valigette, il cui prezzo è di 298 mila lire, comprendente la qualifica di consulente, ossia un anello della rete distributiva. Il compito di ogni «anello» è quello di ingrandire la rete e vendere «millionaire vip card». Il «grosso» delle entrate arrivano indirettamente, in percentuale da quello che riescono a guadagnare i nuovi consulenti che si è riusciti a far entrare nella rete e tutti quelli che a loro volta questi sono riusciti a convincere. Insomma, una ca- I scata fatta di percentuali di vendita di cui beneficiano tutti gli anelli della rete, fiu si è in alto nel network più si guadagna Guanto? Sentiamo il guru Degiovanni: «Gin comincia a fare questo lavoro part-time, tre ore al giorno, può guadagnare da un milione a un milione e mezzo al mese. Lavorando a tempo pieno si può arrivare anche ai 4-5 milioni al mese, fino a punte di oltre dieci milioni». E per convincere che non sono favole, Degiovanni racconta di «un ragazzo che faceva il pony express ed oggi viaggia su una media di venti milioni al mese, con un picco, alcuni mesi fa, di cento milioni in trenta giorni». — Maria Corbi IDENTIKIT DI UN BUSINESS Fatturato a dicembre '95: 7 miliardi Numero consulenti: 20 mila, di cui il 25% donne Costo di ingresso come consulente: 298 mila lire Costo della «millionaire vip card»: 198 mila lire Numero di card vendute al dicembre 1995: 35 mila Via video arriva la benedizione di Mike Bongiorno: «Abbracciate la causa» L'ideatore ha trent'anni e promette guadagni da un milione e mezzo a 100 milioni il mese Virgilio Degiovanni, 30 anni, l'inventore di «Millionaire»

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