Mancino: subilo un vertice alla Rai

Il Polo-, sì alla procedura d'urgenza Il presidente del Senato d'intesa con Violante: nuova legge o via alle nomine Mancino: subilo un vertice alla Rai Il Polo-, sì alla procedura d'urgenza UDINE. «Convocherò i gruppi parlamentari con immediatezza: se si profilerà la convergenza su un testo di riforma da varare in poche settimane, ne sarò ben lieto. Altrimenti, d'intesa con il presidente Violante, non ci rimarrà che l'applicazione della vecchia legge. Assumeremo in pieno le nostre responsabilità». Così il presidente del Senato Nicola Mancino ha ribadito ieri mattina, da Udine - in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione del «Messaggero veneto» - i passi previsti per la nomina del consiglio di amministrazione della Rai. Il tempo è il vero problema. «Deve essere necessariamente breve, se non si vuole lasciare la Rai alla deriva, alla mercè degli eventi», spiega il presidente dell'assemblea di Palazzo Madama, preoccupato che l'attuale anomalia del cda della Rai porti ad una progressiva paralisi della sua attività. Eppure c'è chi appare ottimista, come Vincenzo Vita, sottosegretario alle Poste, che si è per molti anni occupato di questo tema: «C'è ancora un margine per fare una buona legge. Dagli scambi di opinioni che ci sono stati, informalmente, nelle settimane precedenti, ho notato che non sono precluse tutte le possibilità di avere una legge che dia una diversa veste alla natura del gruppo dirigente Rai». Ma perché si apra uno spiraglio, «la precondizione deve essere un'intesa politica molto netta: un accordo tra capigruppo parlamentari. Non è possibile dire un mezzo sì, che come è già successo tante volte diventi un no», sottolinea Vita. Anche il deputato dell'Ulivo Giuseppe Giulietti (ex segretario dell'Usigrai, sindacato maggioritario a viale Mazzinil definisce «giusta e saggia» la linea espressa dai due presidenti Mancino e Violante: «E' assolutamente necessario - afferma Giulietti - tentare in ogni modo la via dell'intesa tra tutte le forze politiche, ricercando con grande pazienza la via dell'accordo sulla nuova legge. Altrettanto fermamente, tuttavia aggiunge il deputato dell'Ulivo - è necessario ribadire che la Rai non può arrivare a settembre nell'attuale situazione». Quindi, entro poche settimane l'azienda di servizio pubblico «deve avere un governo che possa dare certezza e serenità all'impresa», come pure, «con la stessa celerità e la stessa saggezza, i presidenti delle Camere procedano alla nomina della nuova autorità di garanzia per l'editoria e la radiodiffusione». Il capogruppo del ccd-cdu alla Camera, Carlo Giovanardi, invoca invece la procedura d'urgenza in Parlamento «affinché ciascuna forza politica si assuma davanti al Paese le proprie responsabilità». Giovanardi critica, come già aveva fatto Mastella, «la scarsa volontà di parte della maggioranza di favorire una nuova legge». Taglia corto il senatore Riccardo De Corato di an: «Sulla Rai si sta facendo troppa accademia». [st. e] A sinistra: il presidente del Senato Mancino Sopra: Vincenzo Vita Qui sotto: Franco Iseppi

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