Toghe svolazzanti nella bufera di Lorenzo Mondo

Toghe svolazzanti nella bufera Toghe svolazzanti nella bufera AGISTRATI e avvocati nella bufera, toghe contro toghe per il ripristino della legalità offesa da chi dovrebbe esserne l'inflessibile tutore. Sarebbe ingiusto insistere su certe facce che sembravano fuori posto nei paraggi della Giustizia, che sarebbero bastate da sole a farla arrossire anche se ne ha viste di tutti i colori. Lombroso, nonostante le parziali, ricorrenti rivalutazioni, non fa rigorosamente testo. E non fanno testo le vanità mondane, le cene trimalcionesche di vari soggetti che rivelano semmai cattivo gusto e genuflessioni clientelari. E certo si è esagerato, per amore di letteratura o di cinema, ad avvolgere in un indistinto «porto delle nebbie» la magistratura capitolina. A lasciare di stucco sono gli avvisi di garanzia e gli arresti decretati dai giudici di Milano e di Perugia, la tenaglia aperta da gente del mestiere per addentare colleghi e affini accusati di corruzione. So bene che alla fin fine occorrono prove indiscutibili di colpevolezza, rigorosi processi e condanne. La presunzione di innocenza, non va mai ripetuto abbastanza, è il fondamento primo della legge, la regola aurea di una società civile. Certo fanno venire i brividi le parole dell'avvocato Taormina che lèggiamo" in una intervista al Corriere della Sera. E' un campione di garantismo che ih cèrti casi parve insieme sofistico e spericolato (ricordate i colpi ai fianchi del pubblico ministero Di Pietro nel culmine della Tangentopoli milanese?). Bene, il gelido e cauto Taormina dice che «ci voleva proprio un bel repulisti», che c'erano «camarille di magistrati abituati a gestire la giustizia come fosse roba loro». Aggiungendo, per dovere d'imparzialità, che «per ogni giudice corrotto c'è un avvocato che corrompe». Io mi trattengo al di qua delle persuasioni di Taormina, che peraltro di avvocature e procure non è inesperto. Aspetto a vedere se le imputazioni prenI deranno sostanza. Mi atI tengo alle sole apparenze, riflettendo sulle frequentazioni extraprofessionali con lestofanti matricolati. Mi limito ai sultaneschi conti svizzeri, ai tesori conservati nelle camere blindate. ' Vorrei almeno sapere quali origini abbiano e se non siano, come appare evidente, esentasse. Comunque si concludano le vicende in corso, è difficile che i protagonisti possano scrollarsi di dosso una severa condanna morale. Ma se non questi, altri nomi e cognomi attendono più concrete, positive condanne. Non è pensabile che tanti personaggi eccellenti l'abbiano fatta franca così a lungo senza le omissioni e le complicità di persone chiamate a interpretare e applicare la legge. Senza una diffusa infedeltà alla vergine Dike, sollecitata al meretricio. Soltanto una concezione sacrale delle loro funzioni poteva metterli al riparo, non la conoscenza elementare degli intrecci perversi che non risparmiano ceti e professioni, che trapassano l'usbergo del tocco e dell'ermellino. Ben vengano dunque le indagini che non si.arrestano davanti a nessun santuario. Da tempo si avverte nel Paese il bisogno di voltare pagina, di arrivare al superamento dell'emergenza giudiziaria, di rifondare gli argini della normalità. Che non vuol dire mettere una pietra sopra gli scandali intollerabili, lasciare immutate le occasioni al malfare. Su certe forme di corruzione, la pietra sarebbe un macigno che farebbe strazio della giustizia. Prima di parlare di indulti, di patteggiamenti, di approcci più morbidi alla colpa e alla pena, c'è una partita che è ancora tutta da giocare. Ne aspettiamo l'esito, con trepidazione e speranza. Lorenzo Mondo ido |

Persone citate: Di Pietro, Lombroso

Luoghi citati: Milano, Perugia, Taormina