Prodi un cocktail di ricette per il lavoro
Il premier punta su contratti per i giovani e part time. Ieri primo vertice sulla manovra-bis Il premier punta su contratti per i giovani e part time. Ieri primo vertice sulla manovra-bis Prodi, un cocktail di ricette per il lavoro «Le 35 ore da sole non bastano» ROMA. «Non sono d'accordo sul dire" "da oggi scendiamo a 35 ore" perché si spaccherebbe il Paese. Tuttavia, bisogna avere il coraggio di sperimentare forme nuove per l'orario di lavoro». Appena aperto il capitolo dell'economia, Romano Prodi ha puntato diritto al problema dell'occupazione e subito si è misurato con la formula magica difesa dal sindacato, quella del «lavorare meno per lavorare tutti». Non c'è un'unica ricetta che possa creare nuovi posti, ha sostenuto il presidente del Consiglio nella sua replica al Senato: la soluzione è nel provare differenti medicine, aiutando i giovani con contratti particolari, introducendo il part time anche nel settore pubblico. «Occorre sperimentare - è stato l'appello del Professore ; se sbagliamo l'esperimento, tentiamo ancora; se va bene, lo si raddoppia e triplica su tutto il territorio nazionale». Emergenza lavoro in primo piano, dunque, nella giornata della fiducia al Senato e della riunione d'avvio per lo studio sulla manovra correttiva del bilancio pubblico, che avrebbe dovuto varare già il precedente esecutivo. Il governo si è trovato un conto iniziale da 12 mila miliardi, ma lo stesso Prodi ha affermato nella sua dichiarazione programmatica che visto l'andamento congiunturale degli ultimi mesi - è possibile prevedere un ulteriore scostamento del fabbisogno. L'obiettivo è di varare il provvedimento entro il vertice europeo di Firenze, in calendario per il 21 giugno. Sul tema del lavoro, ha ricordato ieri il ministro Treu, «Prodi ha detto di voler prendere subito una iniziativa forte, e ha annunciato che costituirà rapidamente un tavolo interministeriale, coordinato da Palazzo Chigi» e a cui saranno chiamate tutte le parti che si incontrarono per gli accordi del luglio '93. Alcune delle proposte che saranno esaminate in questo «tavolo» sono già note. La politica del governo, in proposito, si ispira ad un criterio di una riduzione dell'orario di lavoro combinato con la flessibilità, una enunciazione in cui non ci sono novità eclatanti rispetto a quanto si sta perseguendo dagli accordi del luglio '93 (epoca del governo Ciampi). Ci sarebbe però - stando alle dichiarazioni di Prodi - una nuova determinazione, al punto che il governo chiede di essere giudicato su cinque emergenze di cui una è - appunto - il lavoro. Questo è un Paese, ha sottolineato Prodi, in cui a fronte di una grande disoccupazione c'è un altissimo monte-ore di straordinario. L'orario di lavoro va quindi ripensato nel quadro di una più generale flessibilità. I sindacati non hanno mai fatto mistero di puntare ad una settimana lavorativa di 35 ore entro il 2000. Ieri al Cnel - dove erano riuniti per un dibattito - economisti di diverso orientamento (da Marzano a Giugni a Brunetta fino allo stesso Treu) hanno concordato che l'ipotesi non è impraticabile in linea di principio, ma che non deve essere fissata per legge, ma affidata ad una contrattazione tra le parti che tenga conto delle esigenze del mercato. Una formula su cui le parti stanno ragionando è quella che preve- de un'alternanza tra periodi di maggior lavoro e altri in cui si lavora di meno, il tutto puntando ad una media settimanale tendenzialmente di 35 ore e comunque inferiore all'attuale. A fianco di questa gestione dell'orario, andrebbero incentivate tutte le formule di maggiore elasticità: dal part-time ai contratti a tempo e simili. C'è poi la questione flessibilità. Il lavoro è regolamentato in maniera talmente rigida che, di fatto, scoraggia le assunzioni. La risposta è in una maggiore scioltezza, formula magica, in voga già dai famosi accordi del '93, ma mai pienamente realizzata. Ora Prodi tenta di nuovo. Si tornerà dunque a parlare di lavoro interinale, salario d'ingresso, sgravio fiscale per chi assume giovani, contratti di formazione-lavoro, incentivi e prestiti d'onore a chi, nel Sud, darà vita a iniziative di lavoro autonomo. Nulla di nuovo sotto il sole, eppure nulla che sia partito a pieno regime, qualche volta per mancanza di volontà, ma il più delle volte perché ingabbiato in norme troppo farraginose. Ieri Prodi ha fatto riferimento anche a questi lacciuoli, parlando della necessità di sbloccare dalle pastoie burocratiche tutti gli investimenti. Tra le formule inedite di «flessibilità», il presidente del Consiglio ha varato le «80 ore per i giovani». Si tratterebbe di un pacchetto di 80 ore di lavoro mensile che consentirebbe a chi è in cerca di prima occupazione l'incontro con il mondo del lavoro senza per questo interrompere i propri studi. [r. mas.] Il richiamo di Fossa al problema anzianità provoca una bordata di reazioni polemiche anti-Confìndustria Il presidente del Consiglio Prodi. Ieri il governo dell'Ulivo ha ottenuto la fiducia del Senato. La prossima settimana tocca alla Camera
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