« Sanzioni a 7 ditte italiane » di F. P.

Gli anticastristi: commerciano con Cuba Richiesta al Dipartimento di Stato. L'Ue: «Non ci provate» « Sanzioni a 7 ditte italiane » Gli anticastristi: commerciano con Cuba L'EMBARGO ALL'AVANA SNEW YORK ONO sette come i peccati capitali le ditte italiane che il governo americano dovrebbe «punire» per i rapporti che intrattengono con Cuba, secondo una delle organizzazioni degli esuli cubani, e sono la Benetton, l'Eni, l'Italcable, la Fratelli Cosulich, l'Italturism, la Viaggi del Ventaglio e la Going. I nomi di queste società sono compresi in una lista di 26 che la «Cuban-American National Foundation», uno dei raggruppamenti anti-castristi più «duri», ha sottoposto al Dipartimento di Stato perché decida che cosa fare, alla luce della legge Hels-Burton recentemente approvata. In base a quella legge, il divieto di commerciare con Cuba decretato dagli Stati Uniti sin dall'inizio degli Anni Sessanta non deve riguardare più soltanto le imprese americane, ma anche quelle straniere, nei confronti delle quali sono previsti vari gradi di sanzioni: dalla chiusura del mercato americano nei loro confronti alla negazione del visto di ingresso in Usa ai loro titolari. E' da giorni che al Dipartimento di Stato si sta lavorando alla lista delle ditte da colpire, ma finora nessun nome è stato comunicato. Warren Christopher, il segretario di Stato, è notoriamente contrario a questa legge, voluta principalmente dal senatore repubblicano Jesse Helms, noto per le sue posizioni di destra estrema, e non ha nessuna voglia di accelerare i tempi. Così, ecco che i cubani d'America, interessatissimi a che quella legge diventi operativa al più presto, hanno preso a sol¬ lecitare il Dipartimento di Stato fornendogli la «prova documentata» della colpevolezza delle ditte in questione. E ieri quest'opera di sollecitazione si è concretizzata appunto con la consegna della lista dei 26 «cattivi», fra i cui i 7 italiani. Secondo una delle poche indiscrezioni uscite nei giorni scorsi, soltanto uno di loro, Benetton, era già al vaglio del Dipartimento di Stato, prima che gli esuli cubani lo segnalassero. Ma se davvero ci saranno provvedimenti non è per niente chiaro. Gli Stati Uniti, per il passaggio di quella legge che viola i princìpi basilari del diritto internazionale (in pratica il governo americano dà «ordini» a cittadini di altri Paesi come se si trattasse di suoi cittadini, stabilendo una sorta di «extraterritorialità» delle proprie leggi), sono già sotto accusa presso l'Organizzazione mondiale del commercio, e ci sono molti dubbi che Washington voglia imbarcarsi in una battaglia di questo tipo per difendere una legge voluta non dall'Amministrazione Clinton ma dal Congresso a maggioranza repubblicana (anche se al voto in favore della Helms-Burton si sono uniti molti democratici). Proprio ieri, a Strasburgo, sia la Commissione europea sia il Parlamento hanno avuto parole durissime nei confronti di quella legge. «Vogliamo mandare un preciso messaggio alle autorità americane e in particolare al Congresso», ha detto il commissario Karel Van Miert. «Non esiteremo a compiere tutti i passi per difendere i nostri interessi», [f. p.]

Persone citate: Benetton, Clinton, Helms, Jesse Helms, Karel Van Miert, Warren Christopher

Luoghi citati: America, Cuba, Stati Uniti, Strasburgo, Usa, Washington