la rivolta tedesca sfida anche la legge di Emanuele Novazio

I sindacati: ma noi non possiamo fermare la base. E la Camera alta boccia il Cancelliere I sindacati: ma noi non possiamo fermare la base. E la Camera alta boccia il Cancelliere la rivolta tedesca sfida anche la legge Scioperi spontanei nonostante il divieto BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Migliaia di dipendenti pubblici sfidano il divieto di sciopero - imposto dalla legge per tre settimane, dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro e il ricorso a un mediatore indipendente e bloccano trasporti pubblici, nettezza urbana e altri servizi in numerose città tedesche. Il giorno dopo l'interruzione di un dialogo che fin dall'inizio si era annunciato arduo - e che per due settimane era stato accompagnato da astensioni dal lavoro a scacchiera, in tutto il territorio nazionale - il braccio di ferro continua, dunque, e rischia di inasprirsi. Ufficialmente, il sindacato «OeTV» rispetta il divieto. Ma, notava ieri un portavoce, nulla si può fare di fronte ad astensioni «volontarie», decise «spontaneamente e all'ultimo momento dai lavoratori»: «Non possiamo impedire a nessuno di manifestare in favore delle proprie richieste». Il governo - sconfitto ieri al Bundesrat su alcune leggi sociali collegate al piano di risparmi - sfuma: il ministro degli Interni Manfred Kanther, capodelegazione alle trattative dei dipendenti pubblici, preferisce parlare di «episodi isolati che non si ripeteranno» e si dice convinto che in futuro «la legge sarà rispettata». Ma il rischio è che la base sfugga al controllo dei vertici sindacali e che nei prossimi giorni le astensioni dal lavoro «fuorilegge» si moltiplichino, in attesa che la mediazione - affidata a Cari Ludwig Wagner, un esperto di problemi finanziari già presidente cristiano democratico del Land Renania-Palatinato - prenda il via, alla fine della prossima settimana. Gon quali conseguenze sulla pace sociale del Paese? Mentre l'associazione del Comuni del Nord Reno Vestfalia avvia i primi passi legali contro gli scioperanti «fuorilegge», l'interrogativo è rafforzato dalla sovrapposizione di rivendicazioni salariali (i dipendenti pubblici chiedono aumenti del 4,5%, la controfferta è stata 0,5% per un anno e 1 nei successivi otto mesi) alla più generale protesta contro il piano di austerità varato dal governo. Per questo a fianco dei lavoratori pubblici ci sono i metalmeccanici, che pure non sono interessati dal rinnovo del contratto: da lunedì, gli aderenti all'«IG Metall» organizzano ogni giorno dimostrazioni di protesta contro i tagli allo Stato sociale. Ma da quando è cominciata, anche la protesta nel settore pubblico è indirizzata verso gli stessi obiettivi. Il rischio più grave, per la stabilità di un Paese che vive un giorno dopo l'altro - la crisi di un «patto sociale» che ha garantito la straordinaria crescita economica del secondo dopoguerra, è questa sovrapposizione di obiettivi, che oltre ai dipendenti pubblici del resto interessa le altre categorie impegnate nel rinnovo del contratto: a cominciare dai ban- cari, anch'essi impegnati in scioperi a scacchiera. Quanto è avvenuto ieri al Bundesrat, la Camera alta a rappresentanza regionale e a maggioranza socialdemocratica, conferma che la strada di Helmut Kohl è in salita: la legge che doveva ridurre i contributi di disoccupazione e gli aiuti agli stranieri in attesa d'asilo - due temi molto «sensibili», nella più generale prospettiva di austerità - è stata respinta perché «il risanamento non si fa a spese dei più deboli e dei più poveri». Il governo dovrà mettere a punto un nuovo testo e ricominciare dal Bundestag. Anche gli umori popolari confermano le difficoltà del Cancelliere. La maggioranza dei tedeschi, è vero, non appoggia uno sciopero ad oltranza nei servizi pubblici, che potrebbe scattare se anche la mediazione fallisse, ma ritiene ingiusta l'offerta del governo. Soprattutto, però, rispetto al mese scorso è aumentata l'opposizione al piano di risparmi del governo: a cominciare dal¬ la norma che prevede una diminuzione del 20 per cento del salario in caso di malattia, e dall'aumento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne. Un altro sondaggio completa il quadro: da oltre due anni la coalizione di centro destra guidata da Helmut Kohl non era stata tanto impopolare. E per la prima volta dalle elezioni del '94, la maggioranza dei tedeschi ritiene che il governo faccia «male» il suo mestiere. Emanuele Novazio Un tiepido sole allevia la noia degli utenti delle ferrovie bloccati in una stazione a causa dello sciopero del servizio pubblico

Persone citate: Helmut Kohl, Land, Ludwig Wagner, Manfred Kanther