L'IMBUTO DELLA CAPITALE di Guido Ceronetti
L'IMBUTO L'IMBUTO DELLA CAPITALE ROMA è quello che è: dell'insolubile urbano al cubo. Possiamo fare progetti, è costituzionalmente lecito. Ma l'invivibilità urbana d'oggi, dappertutto, è un male interiore, che all'esterno crea forme mostruose e mutevoli, stridori innumerevoli. Un progetto di soluzione (traffico, case, ministeri eccetera) lavora necessariamente su quanto in realtà è vomitato dal cuore, su ectoplasmi immani solidificati, emessi incessantemente da quei tre milioni e passa rinchiusi in perimetri violati e scoppiati, e su quel che il cuore di una moltitudine vomita ogni progetto esterno è impotente. Per raggiungere l'interno ci vuole una metamorfosi spirituale, che per ora non è in vista dall'albero di trinchetto. La neo-evangelizzazione di Roma che il Papa propugna è un progetto giusto, in astratto, perché mira all'interno, alla sorgente del male e dei malanni: è il mezzo, ahimè, che è sbagliato, in quanto la via per l'interno la si vuole far passare airestemqJGiubileo) e si associa agli altri progetti nati per il fallimento é la frode invece c^-rontrastertjg di giudicarli superflui. Neo-evangelizzazione e progetti di soluzioni urbane sono due diverse e purtroppo concordiWanità in marcia. E in marcia dentro Roma, accidenti. A Roma la vita era più facile, immensamente più facile e accettabile che altrove, approdavi carico di affanni e te li toglieva. Cento anni fa Roma ti diluiva e smussava il male di vivere, ora te lo acuisce e concentra insopportabilmente. Colpa del Nord, che cieco la volle Capitale. Pensatori, statisti, vati: un bel mucchio di fregnoni. E quel pazzo di romagnolo a volerla addirittura Capitale Imperiale! E adesso il sinistro imbuto municipalstatale-vaticano del Giubileo! Sempre battendo le vie esterne, Paolo Guzzanti propone (La Stampa, 13 maggio) di trasferire in massa i virus della Capitale politico-amministrativa in una Sub-Roma artificiale tra Latina e Pomezia, per restituire al resto la vivibilità e, ben più importante, la stessa vita. Ma dicendo molto giustamente che Roma è oggi un non-luogo, un nulla (un nulla che tuttavia soffre e fa soffrire), boccia anche la propria idea, perché nessuna soluzione può venire da un nulla, né un Luogo, un vero luogo, da quel che è ridotto a non-luogo. Per non gremire di virus la povera zona Pontina, si potrebbe collocarne, forse, la parte più maligna all'Eur, sgomberandola di residenti che non si capisce perché abbiano scelto di vivere là. L'Eur che formicola di pazzi di giorno e si svuota di notte: altro bel progetto... Ma l'insolubile resta tale perché viene dritto ex interiore homine. La soluzione è forse quella prospettata nei vaticinii di San Malachia. O scritta, prosaicamente, nell'Effetto Serra. Vedrà chi vivrà. Guido Ceronetti
Persone citate: Paolo Guzzanti
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