Classifiche, ristampe e «vecchi» ragazzi

c c c ARO Direttore, abbia pietà, mi ridia la classifica di prima, quella a tutta pagina, con le piccole foto degU autori! Si metta nei miei panni: fino ad oggi l'unico critico letterario che mi ha sempre seguito con affetto, continuità e attenzione è stato quello delle classifiche. Mai una volta che si sia dimenticato di me! Mai una volta che quando è uscito un mio nuovo libro non mi abbia nominato! Ora se lei mi sparpaglia il suo lavoro in tre o quattro pagine, e non più in un unico quadro, mortifica lui e mortifica noi, poveri autori minori, che, almeno nei soldi abbiamo sempre trovato conforto. D'accordo che non riusciremo mai a vincere lo Strega, ma almeno quella paginetta che ci sorrideva tutti i sabato (e ora tutti i giovedì) non ce la tolga. Grazie. Luciano De Crescenzo Non si vive di top ten Se si osserva l'ultimo modello di Tuttolibri, appoggiato su un tavolo accanto alla precedente versione, si ha la sensazione di maggior respiro, di un maggior equilibrio tra i «volumi» che deriva dall'aver ammorbidito l'antico andamento verticale e reso più circolare la visione di insieme; più finestre e spazi bianchi rasserenano la lettura e facilitano la concentrazione. Si ha l'impressione che le informazioni e le considerazioni siano ingrassate quel giusto, che si siano rilassate acquistando in peso e in profondità. L'unica ferita rimasta aperta in questa operazione di chirurgia estetica rimane, forse, la perdita di circolarità della classifica che, in controtendenza, è stata strappata, schiacciata e soprattutto privata di quel peso qualitativo che le permetteva di commentare i movimenti, di citare gli assenti, di conservare lo stile pacato di elli non cerca di sapere solo quali sono i «top ten» ma si sofferma a chiacchierare con tutti i partecipanti e si concede il tempo di sorridere con Maramotti. Ho l'ùnpressione che la classifica sia partita dalla sua «riserva indiana» e i libri, in fila con tanto di staffetta in prima pagina, non abbiano ancora trovato la terra promessa. Eranco Paggi (Adhoc) Lettere matrimoniali Leggo la nota di Mirella Appiotti su Lettere da un matrimonio di Vitaliano Brancati e Amia Proclemer. La Appiotti, riprendendo uno scritto di Giancarlo Ferretti apparso sull'ultimo fascicolo di «Belfagor», vuole sottolineare un inganno editoriale: la corrispondenza fra l'autore del Bell'Antonio e l'attrice non è una novità libraria come l'editore Giunti vorrebbe far credere; è una ristampa dell'edizione Rizzoli 1978. Certamente: come direttore della collana «Novecento italiano» in cui il volume Brancati-Proclemer è apparso, accanto alla scelta dei Saggi italiani di Debenedetti, o di Gog di Papini, o de II mondo è una prigione di Guglielmo Petroni, o di Domani di Alvaro e così via, pensavo fosse chiaro si trattasse di una ristampa. Non c'era in me né nell'editore Giunti alcuna intenzione truffaldina nei confronti di lettori e librai. Quella collana è senza posibilità di dubbio una collana di riproposte; e finora equivoco non c'è stato. Quando abbiamo pubblicato una novità, come nel caso recente del diario di guerra di Silvio d'Amico, lo abbiamo detto a gran voce secondo quanto era necessario. Enzo Siciliano Che direbbe Collodi? Nella lettera pubblicata su «Tuttolibri» del 18 aprile Teresio Raineri sollecita la ripubblicazione di vecchi libri per bambini. Alla lista del signor Ranieri si potrebbe aggiungere un lungo elenco di volumi caduti - secondo me giustamente - nel dimenticatoio, come Mani nere e cuor d'oro o II piccolo vetraio. Credo che ogni generazione abbia il diritto di leggere i suoi libri e non abbia il dovere di affannarsi su quelli delle epoche che l'hanno preceduta. Fra i libri «di un tempo» fa eccezione Le avventure di Pinocchio anche perché Collodi aveva, sui libri del passato, idee molto ciliare. Nel cap. XXVII del suo capolavoro scrive fra l'altro: «Allora i ragazzi, indispettiti di non potersi misurare col burattino a corpo a corpo, pensarono bene di metter mano ai proiettili, e sciolti i fagotti de' loro libri di scuola, cominciarono a scagliare contro di lui i Sillabari, le Grammatiche, i Giannettini, i minuzzoli, i racconti del Thouar, Il Pulcino della Baccini e altri libri scolastici: ma il burattino che era d'occhio svelto e ammalizzito, faceva sempre civetta a tempo, sicché i volumi, passandogli di sopra al capo, andavano tutti a cascare nel mare. Figuratevi i pesci! I pesci, credendo che quei libri fossero roba da mangiare, correvano a frotte a fior d'acqua; ma dopo aver abboccata qualche pagina o qualche frontespizio, la risputavano subito, facendo con la bocca una certa smorfia, che pareva volesse due: "Non è roba per noi: noi siamo avvezzi a cibarci molto meglio"». Il pulcino della Baccini è fra i libri che il signor Raineri vorrebbe veder ripubblicati. Cosa ne direbbe Collodi? Roberto Denti, Milano Le origini dello spiritualismo occidentale Una trilogia fondamentale di Giuseppe Masi Lo spiritualismo egiziano antico II pensiero religioso egiziano elassieo. pp. 339, L. 40.000, 2' edizione Lo spiritualismo ellenistico La grande svolta del pensiero occidentale, pp. 189, L. 23.000 Lo spiritualismo cristiano antico Dalle origini a Calcedonia. pp. 160, L. 23.000 ■ Via Marsala 24 ■10126 Tri. (051) 22 07 36 Vax(OÌI)2ì 77 5.v V. .1 U r D Interini hllp://www.uiiiVj!.a.il/C.Lllliìì GIULIO BOLAFFI Un partigiano ribelle (dai diari del comandante della "Stellina") "Speranze e delusioni, scoramenti ed esaltazioni, fino alla riconquista della libertà" Daniela Piazza Editore vrX" rWÀ J"~ REGIONE PIEMONTE

Luoghi citati: Piemonte