L'ULTIMO POPPER CONTRO GLI SCETTICI

L'ULTIMO POPPER CONTRO GLI SCETTICI L'ULTIMO POPPER CONTRO GLI SCETTICI Gli scritti-testamento del filosofo IL MITO DELLA CORNICE Karl Popper // Mulino, pp. 280 L. 28.000 II confronto razionale tra differenti teorie, ; ancorché difficile, deve sempre essere possibile; la civiltà occidentale è l'esito dello scontro critico tra culture Nel «Mito della cornice» critica gli allievi fautori di una scienza fondata sul pensiero relativista IL MITO DELLA CORNICE Karl Popper // Mulino, pp. 280 L. 28.000 Nel «Mito della cornice» critica gli allievi fautori di i fdtOCO prima di morire all'età di 92 anni, Karl Popper raccolse in un volume alcuni saggi scritti negli ultimi vent'anni, che oggi possono essere letti come il testamento del maggiore filosofo della scienza del nostro secolo: in queste pagine vengono esposti con pregevole chiarezza i capisaldi della sua riflessione epistemologica mai disgiunta dalla preoccupazione di difendere la società aperta dal totalitarismo, argomentando a favore della razionalità scientifica contro gli attacchi dello scetticismo relativista. Popper ha più volte sottolineato come la scienza non proceda dalla classificazione sistematica dei dati d'esperienza, da un ordinamento dei fenomeni che ne rilevi l'esistenza e la frequenza, ma proponendo ipotesi azzardate, prive di fondamento empirico, avanzando congetture che l'esperienza potrà eventualmente confutare, qualora la teoria preveda quelh' che Popper chiama falsificatori potenziali. L'osservazione non è un dato che la natura ci impone ma la percezione di un set di eventi che noi selezioniamo nel magma indistinto dei fenomeni per controllare la plausibilità delle nostre ipotesi, la fecondità delle assunzioni teoriche che abbiamo preposto alla nostra ricerca. Un'osservazione presuppone sempre l'esistenza di un orizzonte di aspettative che attende dal riscontro empirico gratificazione (che non è mai certezza definitiva ma semplice corroborazione) o delusione (la falsificazione che comporta l'abbandono di una teoria). Quei pregiudizi della mente tanto vituperati da Bacone diventano condizione per lo sviluppo della scienza, per la formulazione di ipotesi spesso controintuitive, così come per Gadamer sono all'origine di ogni interpretazione istituita dal dialogo con la tradizione. Anche in quest'ultimo libro, Popper ricorda come gli anni immediatamente successivi al tramonto dell'impero asburgico siano stati decisivi per la sua formazione intellettuale: il problema della demarcazione tra scienza (passibile di falsificazione) e pseudoscienza (inconfutabile con l'ausilio di ipotesi ad hoc) nacque dall'insoddisfazione nei confronti della teoria marxista della storia, della psicoanalisi di Freud e della psicologia individuale di Adler. Nel giovane

Persone citate: Adler, Bacone, Freud, Gadamer, Karl Popper, Popper