L'Europa dichiara guerra alle corride di Gian Antonio Orighi

I Decisione del Parlamento di Strasburgo: l'ultima parola spetta ora ai ministri I/Europa dichiara guerra alle corride «Basta contributi a chi alleva tori per l'arena» Hi LA VITTORIA DEGLI ANIMALISTI I MADRID L Parlamento di Strasburgo, ieri, ha deliberato, con 199 voti a favore, 159 contrari (tra cui gli spagnoli) e 26 astensioni, che non erogherà più aiuti comunitari agli allevatori di bovini maschi quando questi siano utilizzati per la riproduzione di tori destinati a corride. La Spagna ha sostenuto che solo 6 mila animali venivano destinati alla corrida. Ma la linea di severità ha avuto la meglio, per la soddisfazione degli animalisti cui si è unita la voce esultante di Marina Ripa. In Spagna non ci sono, al momento, reazioni: i responsabili dei ministeri interessati ieri erano irrintracciabili. C'era una delle corride più importanti, a Madrid. E, all'arena, si va con il cognac, il sigaro e senza telefonino. Anche se l'ultima parola spetta ora ai ministri dell'Agricoltura, la decisione di Strasburgo susciterà molte polemiche in Spagna, dove la corrida è anche un grande business. I dati ufficiali del '95, forniti dalle associazioni taurine, sono impressionanti: l'incasso nelle arene arriva a 2 mila miliardi di lire, gli spettatori paganti a quota 61 milioni. Il mondo delle corride, poi, dà lavoro a 200 mila persone, 1' 1,5 % della popolazione attiva. L'anno scorso, infine, i tori uccisi sono stati 37 mila, i matadores zero. Il business della «fiesta», e la sua straordinaria popolarità, può essere testimoniato anche da un altro dato, messo in risalto ieri dalla radio madrilena: i posti migliori della Mecca della corrida (la Monumentai de las Ventasi, quelli all'ombra, venivano venduti dai bagarini a 80 mila pesetas, circa un milione di li- re, quando il loro prezzo, alle biglietterie, è di un quinto inferiore. In Spagna ci sono sette grandi arene, in cui si celebrano il 18 per cento delle corride. La «madre di tutte le corride», Madrid, è stata la più redditizia, registrando utili, l'anno scorso, pari a 7,2 miliardi di lire. Le «plazas» di seconda categoria sono 43, 239 quelle di terza. Senza contare poi le arene mobili, quelle che si montano in almeno 20 mila paesini, che durante le feste patronali organizzano sempre corride. E contando anche queste, il totale dei tori uccisi sale a 60 mila. Gli organizzatori della «fiesta» però, non sono affatto soddisfatti. L'Iva della corrida è al 16 per cento, quando quella del calcio o del cinema è del 7 per cento. E poi, per riempire l'arena, come è accaduto ieri sera a Madrid, bisogna mettere nel celebre cartello «seis toros seis» e toreri importanti come l'astro del momento, il madrileno Joselito, o Enrique Ponce o Rivera Ordonez (figlio del grande avversario di Dominguin). E i migliori toreri, che rischiano la vita contro animali di 550 chili, esigono almeno 420 milioni di lire per due tori. E chiedono tori allevati secondo precisi criteri, fieri e combattivi. Qui sorge uno spinoso problema, stigmatizzato da molti critici tauri¬ ni. Siccome le corride sono in crescita esponenziale, allevare bestie che si facciano ammazzare, lottando, è sempre più difficile. E ogni toro da corrida costa dai 3 ai 6 milioni di lire. «Per "produrre" un toro degno di questo nome - segnala Jaime Sebastian de Erice, segretario della Unione Allevatori Taurini, 600 in tutta la Spagna - ci vogliono 5 anni. E l'Iva ci discrimina: per noi è il 16 %, contro il 4 per ogni altra bestia da macello». E aggiunge de Erice: «Le grandi figure della corrida non vogliono confrontarsi ormai con tori difficui come i Miura. Li lasciano ai toreri alle prime armi». Tutto questo mentre sullo sfondo nascono varianti alla tradizione. A Murcia hanno inventato una nuova corrida chiamata «football-vaca». L'animale fa da jolly. I sette giocatori del calcetto devono badare agli avversari, alla palla e a un torello. Gian Antonio Orighi Inutile il no della Spagna che pensa a un business che vale 2 mila miliardi l'anno Un momento di una corrida

Persone citate: Enrique Ponce, Jaime Sebastian De Erice, Marina Ripa, Miura, Rivera Ordonez