Incubatrice per ragazze madri di Tito Sansa
Incubatrice per ragazze madri Incubatrice per ragazze madri In strada a Budapest, anti-infantìcidio UN PIANO SALVAVITE f BUDAPEST ORA innanzi a Budapest «non ci sarà più bisogno per le ragazze rimaste incinte controvoglia di sbarazzarsi del proprio neonato abbandonandolo in un cassone della spazzatura». L'annuncio è stato diffuso dalla televisione di Stato ungherese, allarmata per l'aumento degli infanticidi, soprattutto nei quartieri più poveri di Pest, dove sono diffuse disoccupazione e prostituzione. Le ragazze madri potranno depositare il neonato «senza dover fornire la propria identità, senza venire fotografate o interrogate» in una incubatrice installata all'uopo all'ingresso della clinica per la maternità Schoepf-Merei, nel quartiere di Ferecsvaros. La macchina salvaneonati è stata messa in funzione due settimane fa, dopo che il numero dei bimbi soffocati in sacchetti di plastica o gettati in un cassone era aumentato passando da circa uno ogni due settimane a uno ogni 10-12 giorni. L'idea è stata dal vicesindaco signora Andrea Szolnoki, che, riuscita a ottenere il finanziamento per l'operazione, l'ha lanciata con lo slogan «Diamo una chance ai babies!» tosto ripreso dalla televisione e dai giornali, come il «Nepszabadsag», che nel suo numero di ieri vi ha dedicato un lungo articolo. La pubblicità alla incubatrice, che ricorda la «ruota» alle porte dei conventi italiani, in attività fino alla fine del secolo scorso, non ha tuttavia funzionato. Finora hanno telefonato una.decina di donne per chiedere informazioni se «veramente si rimaneva anonime», se «proprio non c'era una macchina fotografica nascosta», se «non c'era il rischio di venire pedinate». Ma nessuna si è fatta viva. La macchina è in funzione, 24 ore su 24, discreta, a disposizione delle ragazze che non hanno abortito in tempo (in Ungheria l'aborto è legalizzato) e vogliano liberarsi del neonato. Ma rimane vuota, «le ragazze madri non si fidano, temono un tranello», dice il portiere della clinica Schoepf-Merei. Nel frattempo, in queste due settimane, altri due neonati hanno fatto la fine del bimbo di Verona, in un cassone della spazzatura. A trovarli sono stati - come quasi sempre - i barboni che, in gran numero a Budapest, rovistano tra l'immondizia alla ricerca di resti di cibo. Tito Sansa Un'immagine di Budapest: nella capitale dell'Ungheria per frenare il fenomeno degli infanticidi sono state collocate alcune incubatrici all'angolo delle strade
Persone citate: Andrea Szolnoki, Pest
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