Sgozzati i sette monaci francesi
11 «Chirac non ha voluto negoziare con noi, ecco la risposta». Parigi ai connazionali: scappate subito Sgozzali i sette monaci francesi Rapiti a marzo in Algeria, l'annuncio degli ultra ALGERI. I sette monaci trappisti rapiti in Algeria il 27 marzo scorso dal monastero di Notre Dame de l'Atlas sarebbero stati sgozzati. Il Gruppo islamico armato (Già) ne ha annunciato ieri la terribile esecuzione: il comunicato sulla morte degli ostaggi è stato fatto recapitare alla radio Medi-1 di Tangeri, in Marocco, e rilanciato dai mezzi di informazione francesi. Poche ore più tardi, un uomo che si è qualificato come portavoce del Già, ha telefonato alla stessa emittente dicendo che «saranno fomite prove concrete» dell'assassinio dei religiosi. I sette frati francesi erano stati sequestrati alle due di notte dal monastero di Tibehirine, un luogo isolato e senza protezione proprio nel cuore del feudo degli integralisti islamici, a Medea, in una zona di montagna a 65 chilometri da Algeri. I terroristi si erano fatti aprire le porte del convento con uno stratagemma: avevano detto di aver bisogno di soccorso per un loro compagno ferito. Nel monastero i monaci svolgevano un'opera quotidiana di cura dei malati e di assistenza religiosa. Erano tutti anziani, il frate-medico aveva 82 anni. La morte dei sette francesi, se confermata, provoca «stupore, indignazione e condanna». Lo ha subito dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri francese Francois Gouyette all'annuncio della rivendicazione da parte del Già. «I monaci avevano scelto di vivere in Algeria la loro fede e di dedicare la loro vita alla preghie ra. Meritano il rispetto di tutti», ha affermato il portavoce, il quale ha aggiunto che la loro morte provoca la reazione di tutto il po polo francese. L'arcivesco di Parigi, cardinale Jean-Marie Lustiger, ha presieduto una preghiera nella cattedrale di Notre Dame: «Non oso parlare di tristezza, solo di dolore». In Algeria, nello stesso momento, il presidente Liamine Zemal si è rivolto ai suoi cittadini affinché «contribuiscano a ristabile l'ordine attraverso il dialogo» e ha definito l'uccisione dei religiosi «una tragedia che sta annegando l'Algeria nel dolore». Nel comunicato in cui annuncia l'uccisione dei sette frati, il Già si giustifica accusando le autorità francesi di avere dichiarato di non volere aprire negoziati con il movimento armato algerino. Il testo del comunicato, firmato da Abou Abderahmane Amine, alias Djamel Zitouni, è stato diffuso dall'agenzia «Afp». Si afferma anche che il 30 aprile scorso il Già ha inviato all'ambasciata di Francia una cassetta-audio che confermava come i monaci fossero ancora vivi e una lettera in cui venivano chiariti i termini del negoziato per la liberazione dei religiosi. «In un primo tempo - è scritto nel documento - le autorità francesi si sono mostrate disposte al negoziato e ci hanno inviato una lettera firmata in cui si dichiaravano favorevoli a questo accordo, dimostrando di tenere alla vita dei monaci. Qualche giorno dopo il Presidente francese e il ministro degli Esteri hanno dichiarato che non avrebbero mai negoziato con il Già, tagliando il filo del dialogo. Noi allora, come avevamo promesso, abbiamo tagliato la go la dei sette monaci. Questo è sue cesso questa mattina». Segue la data del 21 maggio. Il Già aveva rivendicato il sequestro con un comunicato data to 18 aprile e diffuso una settima na dopo sul quotidiano arabo di Londra «Al Hayat». In particolare proponeva a «Parigi e al suo pre sidente Chirac uno scambio di prigionieri» minacciando di sgozzare i monaci se Parigi non avesse rilasciato degli integralisti islamici detenuti in Francia, tra cui uno dei suoi capi. Ieri sera il governo francese ha rivolto un «appello solenne» a tutti i francesi, compresi i religiosi, a lasciare l'Algeria. «Se l'annuncio sarà accertato - è scritto in un comunicato del ministero degli Esteri francese - si confermerà una volta di più l'estremo pericolo della presenza in Algeria di persone isolate, che sono particolarmente esposte. Il governo francese rivolge un solenne appello a tutte queste persone, compresi i religiosi, ad abbandonare l'Algeria». [e. st.] Alcuni dei monaci trappisti rapiti in Algeria in una rara immagine d'archivio
Persone citate: Abou Abderahmane Amine, Atlas, Chirac, Djamel Zitouni, Francois, Hayat, Marie Lustiger
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