Gli sfacciati pupazzi di Gerusalemme

Con le facce di Peres, Arafat, perfino di Rabin, mettono a nudo le magagne dei candidati Con le facce di Peres, Arafat, perfino di Rabin, mettono a nudo le magagne dei candidati Gli sfacciati pupazzi di Gerusalemme Una trasmissione-choc TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Si racconta che in una delle riunioni elettorali del Labour Party, il partito di Shimon Peres, il primo ministro, che come si può capire è al colmo della tensione, abbia gridato a un suo compagno: «Chartzuf», una contrazione di due parole, un grazioso neologismo fatto di «chiara» (merda) e «partzuf» (faccia). Non esisteva fino a poco fa e quindi, chiaramente, vuol di- " re: «Faccia di merda». E' la gran moda di cfueste elezioni. Infatti non è solo un'ingiuria da poco diventata familiare in ambito politico; è anche l'unico modo permesso in cui si possono evocare i politici sui teleschermi israeliani, se si escludono gli spot autorizzati. Infatti dall'8 di maggio, a venti giorni dal voto più fatale della storia dello Stato ebraico, è stato proibito a tutt'e due i canali e anche alla radio di mostrare o far sentire in alcun modo i candidati. Una legge un po' estrema: in questi giorni infatti un comico fa uscire per scherzo ad ogni suo show una mano o un piede da dietro a una tenda rossa e spiega che quello è Shimon Peres oppure Netanyahu, peccato che non li si possano mostrare più di così. Ma gli «Chartzufim» sono invece uno spettacolo televisivo che con un escamotage ha catturato tutta l'audience. La Rete Due, quella commerciale, diretta dall'intraprendente Uzi Peled il cui slogan è «per noi non ci sono vacche sacre», manda in onda tutti i venerdì una trasmissione intitolata, appunto, significativamente «Facce di merda» in cui puoi vedere a tuo piacimento Bibi, Shimon, Arafat, il grande rabbino Ovadia Yossef, tutti i candidati di punta, i servizi segreti, gli alti gradi militari. Per esempio: un pupazzo capo di stato maggiore va da Peres disperato: «Primo ministro! Abbiamo sparato su un rifugio di civili». «E li avete mancati?», risponde il pupazzo Peres con i capelli bianchi che gli si scompigliano dalla rabbia. «No, signori primo ministro... li abbiamo centrati...». «Ah, volevo ben dire... Mandate le mie condoglianze al governo libanese». «Ma vede, non sono libanesi... Sono inglesi... Stavo prendendo un caffè e ho spostato il lanciamissili per caso con il gomito... Abbiamo colpito Oxford Street...». «Ah, e che cosa abbiamo preso?». «Un rifugio per gatti randagi...». «Allora spiegate alla stampa che c'erano dei gatti-hezbollah ospitati dagli inglesi pronti a graffiare i gatti ebrei perché sono antisemiti, e che quindi tutta la responsabilità ricade sul governo inglese». Arafat e Peres che parlano al telefono è uno dei pezzi forti fra gli sketch. La collezione di pupazzi, che sono a grandezza naturale, è fatta di plastica, con i volti coperti di un velo sottile di pelle, che li rende più espressivi e molto somiglianti secondo l'invenzione della loro «mamma», la scultrice liana Yahav. Costano circa cinque milioni l'uno, uguale se il personaggio è di destra o di sinistra. Arafat dice a Peres: «Ciao Shimon, ho sentito che ieri hai dichiarato agli elettori che non dividerai mai Gerusalemme». «Hai ragione, Yasser, scusa, sai, sono cose che si dicono... Poi, dopo le elezioni, riprendiamo il discorso...». «No, no, no. Anzi volevo dirti che l'idea mi piace moltissimo. Sai, in fondo questa Gerusalemme è così difficile, piena di problemi di traffico, di criminalità, di Hamas. Guarda, anzi, non ne parliamo più». «Ma che dici Yasser...». Click. Peres allora telefona a Feisal Husseini: «Senta, telefono per Gerusalemme...». Click. Peres seguita sconsolato a telefonare a Assad, a re Hussein. Tutti gli attaccano il telefono in faccia. Intanto si vede Arafat che inneggia a El Quds con un fucile in mano. Oppure: Peres telefona a Arafat: «Yasser, come vanno le cose? I terroristi sono sotto controllo?». «Tutto benissimo Shimon, tutto sotto controllo. C'è un problemino, ma non è niente, un gruppo che sta per farti fuori dopo le elezioni... Poi ce n'è un altro che ha giurato di farti fuori il giorno delle elezioni... Un altro che è preparatissimo, e non riesco a beccarlo, è già per la strada con venti chili di tritolo sta per farti saltare in aria prima delle elezioni. Anzi, l'attentato è previsto per domani stesso. Ma non è niente. Non ti preoccupare, va tutto benissimo. E da te?». «Tutto bene Yasser, tutto bene. Se solo riuscissi a controllare quel gruppetto di coloni di Hebron, sai quei pazzerelloni che vogliono ammazzare te, tua moglie, la tua famiglia... Tutti gli arabi... Ma tutto è perfetto, faremo grandi cose insieme. Caro Yasser, stai bene, e tanti baci alla bambina». Gli sketch di «Chartzufim» sono in gran parte di sinistra, e Bibi Netanyahu è il bersaglio preferito; si dice che avesse fatto sapere in giro di non poterne proprio più. E' stato infatti introdotto recentemente nel team uno scrittore di dialoghi, Tal Gilad, un po' più di destra. Eppure sempre più frequenti arrivano le telefonate dei poUtici che chiedono di essere presi in giro quanto si vuole. Pur di apparire nel programma. Il canale due non fa obiezione a nessuna battuta. Aveva messo un limite solo all'uso di un pupazzo, costruito tempo fa: quello di Rabin. Invece gli «Chartzufim» non hanno resistito: lo si è visto con le ali e con la lira, annoiatissimo, che chiede in paradiso a un angelo custode: «Che si fa oggi?». «Oggi, tennis!». «Con chi gioco?». «Con Menahem Begli». «Oddio, che palle. Non c'è di meglio?», Fiamma Nirenstein Il burattino-premier telefona al capo Olp: caro, tutto bene? «Certo, c'è solo un commando che ti cerca per ucciderti» PERES [LABURISTI] 47% NETANYAHU [LIKUD] 40% INDECISI 10% A Gerusalemme un ebreo ortodosso passa accanto a un manifesto con il volto del siriano Assad e che invita a non cercare l'intesa con Damasco

Luoghi citati: El Quds, Gerusalemme, Tel Aviv