Il premier nel mirino di Orefice
Il premier nel mirino di Orefice Il premier nel mirino di Orefice «Veline impossibili senza un addetto stampa» GOVERNO E INFORMAZIONE IROMA questo strano Paese ad attaccare il governo sono le veline. Che succede all'informazione ufficiosa di Palazzo? Ieri c'è stato un improvviso affondo di Vittorio Orefice, il velinaro bianco. Obiettivo, Romano Prodi e la latitanza di un ufficio-stampa che comunichi con Orefice. «Gli inconvenienti politici di Prodi sono la conseguenza di un difetto di comunicazione. Se telefoni a Palazzo Chigi, riesci a parla- re solo con il centralinista». La settimana scorsa aveva caricato a testa bassa Pasquale Laurito, il velinaro rosso, prendendosela con le smanie ministeriali dell'Ulivo, cioè di Prodi e in fondo anche di Veltro- ni. Sembrava un siluro dalemiano, finché non è arrivata la smentita di Botteghe Oscure. Un po' come se il Papa avesse sbugiardato Radio Vaticana. Negli Anni Ottanta gli schiera¬ menti delle veline erano chiari: la Rossa all'opposizione e la Bianca no, anche se poi Orefice ha fatto arrabbiare gente come Craxi e De Mita, che gli diede pubblicamente del «mestatore». Stesso schema col governo Berlusconi, mentre già con Dini si notavano le prime increspature. Ma ora la Velina delle veline rivolge platealmente al capo del governo un elenco di rimostranze («il discorso di Prodi al Senato non è stato neppure distribuito nella sala-stampa di Montecito¬ rio») e un invito a scegliersi, al posto del dimissionario Silvio Sircana, «un capo ufficio stampa esperto nei problemi del governo e conoscitore del mondo giornalistico; è nel suo interesse, il presidente se ne renderà conto». Prodi si accinge a obbedire: ha già affidato a Sircana la selezione dell'erede. Era girato il nome di Vittorio Roidi, presidente Fnsi, ma il prescelto potrebbe essere Ricardo Franco Levi, sfortunato fondatore dell'Indipendente. Ricardo Franco Levi, fondatore dell'«lndipendente», candidato a capo ufficio stampa di Prodi
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