Berlusconi ai giudici: interrogatemi

Così Silvio ha posato il facile La Fininvest smentisce l'esistenza di 300 milioni di dollari in fondi neri: «Stupidaggini» Berlusconi ai giudici; interrogatemi La Procura: venga pure, ma non si attenda privilegi MILANO. Silvio Berlusconi va a Canossa? Sembra di sì: dopo tanto gridare alla «persecuzione» da parte dei magistrati milanesi, il padrone della Fininvest fa sapere di «essere disposto» a farsi interrogare da questi stessi magistrati. O meglio, lo fa sapere il suo avvocato, Ennio Amodio: «L'onorevole Silvio Berlusconi e tutti i manager Fininvest, compreso Fedele Confalonieri, sono disponibili a incontrare i magistrati nell'ambito dell'inchiesta sui conti esteri... Sono disponibili a venire qui, al Palazzo di giustizia, e a parlare di tutto». La dichiarazione di Amodio arriva verso le due del pomeriggio dopo che per ore lui e altri legali della Fininvest si sono alternati nell'ufficio del pm Francesco Greco. Che, a chi gli chiede un commento sulla «disponibilità» della Fininvest, risponde solo con un secco: «La questione è piuttosto complessa». In realtà, sembra che i legali di Berlusconi e degli altri manager abbiano cercato di «trattare» la resa: una sfilata di interrogatori, dal manager-tecnico fino ai massimi vertici del gruppo, in cambio di uno «stop» alle iniziative giudiziarie. Ma dalla procura la risposta sarebbe stata sul negativo: «Vengano pure, ma da parte nostra nessun impegno». Nei fatti lo ammette lo stesso Amodio. E' un cessate il fuoco? «Sì, almeno da parte nostra - risponde -. Da parte della procura, vedremo. Dipenderà dal grado di soddisfazione dei magistrati sulle nostre risposte». Questione su cui mette già le mani avanti: «Berlusconi è disponibile a venire in tempi brevi. Prima, però, verranno altri manager del gruppo per spiegare gli aspetti tecnici delle operazioni effettuate all'estero. Lui non le conosce, non si è mai occupato del comparto estero... Non può sa¬ pere tutto». E già con questa premessa è difficile pensare a una soverchia «soddisfazione» da parte dei magistrati che, dopo aver raccolto montagne di documenti e averli analizzati uno per uno, hanno accusato i manager Fininvest di aver falsificato i bilanci «in concorso con Berlusconi Silvio». Insomma, andar lì e ripetere «non sapevo, non mi occupavo di...» non sembra sufficiente a prevenire eventuali iniziative. Come non sembra sufficiente quel «stupidaggini» con cui Fedele Confalonieri ha commentato la notizia di 300 milioni di dollari in fondi neri formati dalla Fininvest con le società off-shore. In realtà Confalonieri risponde ad un articolo dell'Espresso, anticipato ieri. Ma il settimanale non fa altro che quantificare quelle «somme di notevole entità» ci¬ tate nell'ordine di custodia contro i manager appena arrestati e ricordare le operazioni contestate: 91 miliardi di Cct monetizzati «per i politici», 55 miliardi per finanziare la «separazione» tra Silvio e Paolo Berlusconi, 150 miliardi per «sostenere» Renato Della Valle in Telepiù... Si arriva a 300 milioni di dollari? «Stupidaggini - ribatte ancora Confalonieri -. Sono 500 milioni di lire e un'azienda come la nostra, dove tutto è stato dato e reinvestito, dove avrebbe potuto mettere questi soldi?». Ma appunto questa è la domanda a cui, in procura, attendono una risposta. Quei soldi scoperti indagando sulle società off-shore (nel mandato se ne citano una ventina, ma sarebbero più del doppio) dove sono andati a finire? Solo una risposta, convincente, a questa domanda potrebbe significare il «cessate il fuoco» anche da parte della procura. Sapranno o vorranno darla i manager della Fininvest? Per ora c'è la disponibilità a venire e a farsi interrogare: comunque, una svolta. Determinata, a quanto si sa, proprio dalle intercettazioni telefoniche appena depositate. I legali della Fininvest ne hanno preso visione mercoledì e, sfogliando quelle centinaia di pagine, hanno avuto un sussulto: hanno capito che ai magistrati, di quanto si era organizzato sul fronte della «difesa interna» alla Fininvest non era sfuggito proprio nulla. Che quelle conversazioni, associate ai documenti contabili arrivati con le rogatorie o consegnate dai certificatori dei bilanci, «chiudevano il cerchio» dello indagini. E così hanno convinto Berlusconi e Confalonieri che, per tentare di «arginare» le iniziative giudiziarie, non c'era altra strada: andare a Canossa. Susanna Marzolla IO MARZO 1994 «Il pool ha due anime: una di giustizia, e una di azione e di repressione politica» 26 LUGLIO 1994 «1 magistrali devono fare il loro mestiere, solo il loro mestiere Se vogliono governare il Paese, prima si facciano eleggere dal popolo» 22 NOVEMBRE 1994 «Non siamo disposti a consentire un abuso e una strumentalizzazione infami della giustizia» 13 DICEMBRE 1994 «In Italia si è sviluppato un uso distorto della giustizia penale a scopo di lotta politica» 9 APRILE 1995 «L'avviso di Napoli? Dopo quattro mesi non c'è una sola prova: questo non e un Paese di giudici, ma di giustizieri» 30 OTTOBRE 1995 «Mancuso? Che cosa c'era da scoprire sul pool}1 Hanno la coscienza in ordine o ci sono reati gravi come abuso di potere, estorsione. violazione di segreti d'ufficio che non vogliono far conoscere?» ilvio Berlusconi a sapere i «essere isposto» farsi nterrogare Silvio Berlusconi fa sapere di «essere disposto» a farsi interrogare

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