Al Festival di Menotti preludio di polemiche

Presentato il programma del 39° Spoleto Presentato il programma del 39° Spoleto Al Festival di Menotti preludio di polemiche Per la prima volta arriverà il rock Il maestro: «Questa scelta non mi piace» ROMA. «Non torturatemi con domande polemiche sull'avvenire, oggi voglio parlare soltanto del festival del prossimo giugno», con queste parole Giancarlo Menotti, alla sua prima uscita pubblica dopo la lunga convalescenza, ha aperto la presentazione del 39° festival di Spoleto. E in omaggio al suo imminente 85" compleanno non ci sono state domande indiscrete. Ma ieri mattina al «Piccolo Eliseo» si respirava un'aria pesante per il recente ribaltone che ha visto l'allontanamento di alcuni collaboratori storici del maestro e la chiusura della sede romana del festival. La tensione era sottolineata anche dalla sola presenza di Giancarlo Menotti e del figlio adottivo Francis, nominato presidente del festival; relegati in platea le autorità della Regione Umbria e il sindaco di Spoleto («Noi riconosciamo i meriti del maestro Menotti, ma il Festival è della nostra città»). Menotti, dopo aver tranquillizzato gli amici sulle sue condizioni fisiche («l'ho vista brutta, ma sono ancora vivo e la passione per la musica non è scomparsa»), ha ricordato la recente scomparsa a Nizza del giovane direttore musicale del festival Spiros Argiris, e ha sottolineato il lavoro fatto dal figlio Francis durante la sua lunga malattia. «C'è quest'anno troppo Menotti al Festival - dice il maestro ma è stata una scelta di Francis per celebrare i miei 85 anni. Tuttavia i tre titoli messi assieme durano meno di un'opera lirica in tre atti». Tra le novità volute da Menotti ci sono quest'anno concerti di musica sacra, che avranno luogo a sera tarda quando finiscono gli spettacoli tradizionali: «Con questo appuntamento intendo offrire, a chi non vuole finire la serata in discoteca o al ristorante, la riscoperta di mi repertorio prezioso». Un'altra novità, per il pubblico giovane, sono gli incontri riservati ai «giovani oratori», Giancarlo Meno ti ma qui Menotti non è assolutamente d'accordo sulla scelta dei temi. «Il programma varato in mia assenza prevede un paio di dibattiti (la musica rock e la musica leggera italiana) che non mi convincono: a Spoleto la musica rock non la voglio, anche perché non intendo confondere le idee di quei giovani che amano la musica classica». Ma il giovane e capellone Pierluigi Diaco, curatore della rassegna, non ci sta. E, dalla platea, grida: «Maestro, questa è censura. Noi vogliamo far conoscere a quei giovani che lei dice, appassionati di musica seria, anche il rock. E se lei insiste io a Spoleto quest'anno non ci vengo». Nel quadro degli spettacoli «importanti» dello Spoleto '96 il più sentito da Giancarlo Menotti è quello di «Amahl e le visite notturne» che lui compose nel 1951 e che adesso, per la prima volta, mette in scena a Spoleto benché sia la sua opera più rappresentata negli Stati Uniti. Tanto è vero che «Amahl» fu la prima opera trasmessa a colori dalla televisione americana. Di quest'opera legata allo spirito natalizio, Menotti sta preparando ima versione cinematografica con gli stessi interpreti dell'allestimento spoletino. Le riprese cominceranno in settembre fra Spoleto e Temi e Menotti si è già assicurato la partecipazione di cammelli ed elefanti del circo Orfei. «Amahl e le visite notturne» è la seconda opera lirica che Menotti porta sul grande schermo. Fra gli spettacoli: «Griffin and Sabine» imperniato su due personaggi e tratto dal best-seller del 1991 scritto da Bantock. La regia è affidata a Edoardo Ponti, figlio di Sofia Loren. Il Ballet de Nancy et de Lorraine diretto da Pierre Lacotte e «Spiritus Mundi», prima mondiale dell'opera tratta da liriche di Yeats, premio Nobel del 1923. Ernesto Baldo Giancarlo Menotti